Il caso

Corato, medico specializzando aggredito al pronto soccorso: schiaffo da un utente che non voleva rispettare il turno

La ASL Bari condanna il gesto: inaccettabile atto di violenza

CORATO – «Ennesimo, inaccettabile atto di violenza contro un operatore sanitario». Il direttore generale facente funzioni della ASL Bari, Luigi Fruscio, stigmatizza in modo netto quanto accaduto nella serata di ieri nel Pronto Soccorso dell’Ospedale di Corato, dove un medico specializzando è stato improvvisamente colpito al viso con uno schiaffo da un utente che, oltre a non voler attendere il proprio turno, ha manifestato intemperanze anche evitando di sottoporsi al normale triage.
Il giovane specializzando è stato soccorso dall’altro medico e dagli infermieri impegnati in Pronto Soccorso e ha ricevuto 5 giorni di prognosi, peraltro rifiutati per essere comunque in servizio, in altro ospedale, già quest’oggi. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri ai quali il medico aggredito ha sporto denuncia contro ignoti.
Il direttore generale Fruscio, nell’esprimere personalmente al giovane medico – contattato telefonicamente - la solidarietà sua e dell’azienda, assicura che la ASL Bari gli garantirà tutto il supporto possibile, sia dal punto di vista legale sia mettendo in campo gli strumenti per prevenire criticità: «Abbiamo il dovere di utilizzare tutti i mezzi e le risorse disponibili per tutelare i nostri operatori, prevenire e ridurre i rischi di aggressione e migliorare la gestione dei rapporti con gli utenti».
«La mia vita da medico non cambierà dopo quello che è successo, però sono dispiaciuto. E sono anche preoccupato perché capita che in turno ci sia un solo medico o ci sia una collega da sola che così rischierebbe molto di più di quanto accaduto a me. Tocca fare sensibilizzazione al rispetto». È quanto dichiara il medico specializzando in Urologia di 33 anni (e non 27 come riferito in precedenza) che ieri sera, mentre era in servizio nel Pronto soccorso dell’ospedale di Corato (Bari) è stato aggredito da un utente.
Il presunto aggressore avrebbe 40 anni ed era arrivato con la compagna nel reparto di emergenza-urgenza. «Era fermo vicino l'ingresso del reparto. Mi sono avvicinato per sincerarmi delle sue condizioni, che non erano gravi - racconta il medico originario di Rutigliano - e per dirgli che l’avremmo subito visitato, avrebbe dovuto attende solo l’uscita di una paziente». È stato allora che l’uomo «mi ha dato un ceffone, sono intervenuti i colleghi e quando ha sentito che avrei chiamato i carabinieri, si è dileguato», continua il 33enne che si è laureto sei anni fa.
«Ho lavorato anche al Pronto soccorso del Di Venere di Bari, al dipartimento di Prevenzione e alle parolacce e agli insulti sono abituato, ma mai prima d’ora avevo subito un’aggressione - prosegue il medico -. Non è facile, il sistema sanitario soffre ma non è così che si risolvono le problematiche che gli ospedali vivono ogni giorno».
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