IL FATTO

«Coeli Amoris», archiviata l'inchiesta sui palazzi di Cellamare: nessun reato per gli ex sindaci e il costruttore

ISABELLA MASELLI

Inchiesta chiusa per sindaco, tecnici e imprenditori: i nove indagati rispondevano di truffa e rifiuto di atti d’ufficio

 CELLAMARE - Nessun reato è stato commesso da Comune, tecnici e imprenditori nella realizzazione del complesso edilizio «Coeli Amoris» in via Nicolò Giudice a Cellamare. Il Tribunale di Bari ha archiviato l’indagine a carico di nove persone, tra i quali il sindaco Gianluca Vurchio e il suo predecessore Michele De Santis, ritenendo che «nessuna delle ipotesi di reato (rifiuto di atti d’ufficio e truffa, ndr) trova il benché minimo riscontro in atti», e lasciando al più aperti «profili di illegittimità amministrativa (formazione di atti e procedimenti, istruttorie procedimentali) o di inadempimento contrattuale», da vagliare eventualmente in sede civile.

L’inchiesta era stata aperta dopo gli esposti presentati nel 2020 e nel 2021 da sei proprietari e residenti di unità abitative del residence costruito nell’ambito di una convenzione di lottizzazione tra la società Telma Immobiliare e il Comune, approvata nel 2007. L’atto obbligava i lottizzanti a eseguire opere di urbanizzazione primaria, secondo i denuncianti eseguiti solo parzialmente e in violazione delle norme sull’abbattimento delle barriere architettoniche, come le discese per disabili dei marciapiedi (vicenda confluita anche in due procedimenti civili, conclusi con transazioni tra residenti e Telma). Nel fascicolo erano stati iscritti come indagati il sindaco Vurchio e l’ex De Santis, il responsabile dell’ufficio tecnico comunale Nicola Affatato e il suo predecessore fino al 2019 Nicola Ronchi, Carlo Ancona (liquidatore della società Telma), Vito Onofrio Giardinelli (progettista direttore dei lavori di Telma), Vito Matteo Barozzi (amministratore della società Cobar), Raffaele Fiore e Corrado Santoro (gestori di Telma). Gli indagati sono stati assistiti, tra gli altri, dagli avvocati Barile, Marzullo, Mormando, Rella e Terranova.

Oltre a denunciare la presunta inerzia del Comune che non avrebbe controllato l’effettiva realizzazione di tutte le opere, le denunce riguardavano anche presunti profili di truffa legati a vicende societarie: Telma prima veniva messa in liquidazione, poi cancellata dal registro delle imprese, ma non prima di aver ceduto a Cobimm (Costruzioni Barozzi Immobiliare) gli ultimi cespiti disponibili, cioè immobili rimasti invenduti (entrambe le società Telma e Cobimm sotto il controllo della Cobar).

All’esito delle verifiche la Procura ha chiesto l’archiviazione, sostenendo che le indagini non hanno accertato la sussistenza del dolo né artifici e raggiri. Il sindaco Vurchio, peraltro, è parte offesa in un procedimento collegato per tentata estorsione e minaccia sul quale è in corso una indagine parallela. Alla richiesta di archiviazione si sono opposti due residenti, insistendo sul fatto che il Comune avrebbe «glissato sulle omissioni» e non avrebbe «vigilato sulla esecuzione delle opere di urbanizzazione». Secondo il gip Giuseppe Battista l’opposizione è inammissibile per infondatezza delle notizie di reato. Risulta infatti che il Comune abbia sempre risposto alle richieste dei privati. Nel 2021 l’ente ha anche affidato una consulenza tecnica esterna e all’esito ha invitato la società ad adeguare le opere realizzate alla normativa, indicando gli elementi su cui intervenire.

Privacy Policy Cookie Policy