La riunione del comitato 

Bari, il prefetto non chiederà lo scioglimento del Comune. «Ma servono altri interventi su aziende e Polizia municipale»

Massimiliano Scagliarini

La relazione degli ispettori dopo gli arresti di Codice interno: non sono emerse infiltrazioni mafiose tra gli amministratori, restano altre criticità. La parola al ministro degli Interni che potrebbe decidere in modo diverso

BARI - La ricostruzione effettuata in sei mesi di lavoro della commissione di accesso non avrebbe evidenziato a carico degli amministratori né l’esistenza di «forme di condizionamento» né i «concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso» che possano giustificare la richiesta di scioglimento del Comune di Bari.

Tuttavia, fermo restando che il ministro dell’Interno potrebbe comunque dare una lettura diversa alle oltre 10mila pagine di atti raccolti da marzo a settembre anche attraverso lo svolgimento di 30 audizioni, il prefetto Francesco Russo sembrerebbe voler proporre al Viminale un «provvedimento utile a far cessare immediatamente il pregiudizio in atto» riguardante altre situazioni degne di attenzione ma non critiche. E ricorrendo, insomma, alla soluzione utilizzata per Roma ai tempi dell’inchiesta Mondo di mezzo.

Ieri Russo ha portato davanti al comitato per l’ordine e la sicurezza integrato dal procuratore distrettuale Roberto Rossi le conclusioni del lavoro della commissione di accesso, per ottenere il parere non vincolante previsto dal Testo unico prima dell’invio al ministero. Gli atti del procedimento sono coperti da segreto di Stato. Ma...

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