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Agguato mafioso a Bari per uccidere Rafaschieri, sconto di pena per Giovanni Palermiti: dall'ergastolo a 20 anni

 
Redazione online

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Agguato mafioso a Bari per uccidere Rafaschieri: Giovanni Palermiti condannato a 20 anni

Ridotta la pena dalla Corte d'Assise d'Appello per il figlio del boss del quartiere Japigia: esclusa la premeditazione. Scende a 18 anni Filippo Mineccia

Mercoledì 30 Ottobre 2024, 13:49

18:02

BARI - Sconto di pena in appello per Giovanni Palermiti e Filippo Mineccia, imputati per l’agguato mafioso del 24 settembre 2018, a Bari, in cui fu ucciso Walter Rafaschieri e ferito suo fratello Alessandro. La Corte d’Assise d’Appello di Bari ha ridotto a 20 anni la condanna per Palermiti, condannato all’ergastolo in primo grado, e a 18 anni per Mineccia (20 anni in primo grado). Nei confronti di Palermiti è stata esclusa l’aggravante della premeditazione e sono state riconosciute le attenuanti generiche. Palermiti, figlio del boss del quartiere Japigia di Bari Eugenio, è considerato dagli inquirenti l’organizzatore e l’esecutore del delitto. Sconto di pena anche per il collaboratore di giustizia Domenico Milella, condannato dai giudici di secondo grado a otto anni di reclusione (da nove anni e quattro mesi).

I giudici hanno anche disposto l’esclusione del Comune di Sammichele di Bari tra le parti civili: nell’inchiesta era coinvolto anche l’ex comandante della polizia locale di Sammichele, Domenico D’Arcangelo, accusato di aver fornito un alibi a Palermiti inducendo una vigilessa a redigere una multa falsa nei suoi confronti, in modo da attestare la presenza di Palermiti in un altro luogo rispetto a quello dell’omicidio. In primo grado era stato condannato a cinque anni. 

La decisione della Corte d’assise d’appello di Bari di escludere il Comune di Sammichele di Bari come parte civile - solo relativamente al secondo grado di giudizio - è data dalla circostanza che la sentenza di condanna per falso emessa in primo grado nei confronti di Giovanni Palermiti e Domenico D’Arcangelo, ex comandante della polizia locale del comune barese, è già passata in giudicato perché non è stata appellata.

Nell’inchiesta era infatti coinvolto anche D’Arcangelo, condannato a cinque anni per falso per aver fornito un alibi a Palermiti inducendo una vigilessa a redigere una multa falsa, in modo da attestare la presenza di Palermiti in un altro luogo rispetto a quello dell’omicidio. Spetterà ora a un giudice civile quantificare il risarcimento del danno che Palermiti e D’Arcangelo dovranno versare al Comune

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