il caso

Malamovida a Bari, sequestrata l’ennesima cassa «fracassona» all'Umbertino

Davide Lattanzi

Musica ad alto volume in largo Adua oltre la mezzanotte, sanzionato 30enne. Intanto, il primo bilancio delle nuove disposizioni apprezzate dagli abitanti del quartiere. Di ben altro avviso i ristoratori

BARI - Le nuove regole saranno anche rispettate, ma all’Umbertino si continua a non dormire. Sono trascorsi dieci giorni dall’entrata in vigore dell’ordinanza del sindaco Vito Leccese che disciplina gli orari di chiusura e le modalità di erogazione di cibo e bevande dei locali del quartiere. Eppure, gli episodi di mala movida non si placano.

L’ultimo risale proprio alla notte tra sabato e domenica: nonostante i locali fossero chiusi ormai, un ragazzo sui trent’anni ha diffuso musica ad altissimo volume da una cassa acustica ben oltre la mezzanotte in Largo Adua. La «bravata» si è rivelata un polo di attrazione per le tante persone che ancora stazionavano nei dintorni. Al punto che in pochi minuti, quasi in un centinaio si sono ritrovati nella zona. Immediatamente è scattato l’allarme dei residenti, svegliati di soprassalto: la polizia locale è tempestivamente intervenuta facendo spegnere la musica e allontanando subito il giovane. Nulla è cambiato, dunque, malgrado le nuove disposizioni? In realtà, episodio isolato a parte, un progresso sembra, invece, assodato.

L’ordinanza firmata dal sindaco lo scorso 16 ottobre dopo un confronto con rappresentanti dei gestori, forze dell'ordine e comitato di quartiere prevede, per le attività nell'area compresa tra corso Cavour, il lungomare di Crollalanza corso Sonnino e via Cardassi, la chiusura dei locali tra le 2 e le 6 del mattino, lo stop all'asporto alle 23 dalla domenica al mercoledì e alle 24 dal giovedì al sabato. Un'ora in più è concessa per la consumazione all'esterno in tavolini e dehors. Fino all’orario di chiusura di ristoranti, pub e american bar si può consumare all'interno delle attività che, però, devono avere le porte chiuse per evitare che il brusio disturbi i residenti.

«Qualche scossa di assestamento è da mettere in preventivo, ma la situazione è migliorata», è il pensiero dei residenti. «Dopo mesi di notti insonni, ora è tornata un po' di quiete». «I residenti hanno tirato un sospiro di sollievo, ma i benefici delle nuove disposizioni non si limitano alla mala movida», sottolinea l’avvocato Mauro Gargano, presidente del comitato per la salvaguardia dell’Umbertino. «Aver decongestionato alcune zone, infatti, riduce sensibilmente il pericolo di risse o fenomeni come lo spaccio che stavano prendendo nettamente piede. Ora bisogna trovare un equilibrio con i ristoratori: forse si potrebbero studiare nuove formule di servizio: penso agli happy hour e agli aperitivi che grande successo riscuotono in America nell’orario in cui si termina di lavorare».

Di ben altro avviso i gestori del «food & drink». «In dieci giorni ho incassato il 46% in meno rispetto al periodo precedente all’ordinanza», rileva Leonardo Russo, proprietario dello storico Faros. «La realtà è che il provvedimento è estremamente generico: in tal modo, si è colpita anche la parte sana dei ristoratori. La mala movida non è sparita: sta traslocando verso Corso Vittorio Emanuele, solo per citare un esempio. Non è forse una concorrenza sleale comprimere le nostre attività senza porre limiti a chi dista appena 200 metri? Piena solidarietà ai residenti che hanno pieno diritto al risposo, ma così per noi è un colpo letale. Si potrebbe almeno diversificare la tipologia di disposizioni secondo la densità dei locali in alcune strade. Mercoledì prossimo è in programma un altro confronto allargato tra istituzioni, residenti e gestori delle attività: confido nel buon senso generale per trovare altre soluzioni».

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