Il caso

Bari, l'assurdo caso del fisioterapista ucciso: la figlia del killer chiede i danni agli eredi della vittima

Linda Cappello

L'assassino accusava Di Giacomo di aver sbagliato un trattamento sulla figlia rendendola invalida e per questo gli aveva fatto causa. Ora il processo civile riprende davanti al Tribunale di Trani nei confronti dei familiari

BARI - Riprenderà a breve la causa civile intentata a suo tempo nei confronti del fisioterapista barese Mauro Di Giacomo,
ucciso il 18 dicembre scorso nei pressi della sua abitazione di via Tauro, nel quartiere Poggiofranco. Il legale della figlia di Salvatore Vassalli, il carpentiere 59enne di Canosa in carcere dal 16 maggio con l’accusa di omicidio volontario, nei giorni scorsi ha depositato presso la cancelleria del Tribunale di Trani istanza di riassunzione del processo, che dopo il delitto, così come previsto dalla legge, era stato sospeso per morte del convenuto. La norma, infatti, prevede che entro tre mesi la causa si possa riassumere nei confronti degli eredi. E così è stato.

Proprio l’oggetto del contenzioso civile costituisce il movente alla base dell’omicidio: nel 2019 Di Giacomo ha effettuato una manovra fisioterapica al rachide cervicale sulla figlia di Vassalli, la quale sostiene di aver poi subito danni permanenti imputabili alla condotta del professionista. 

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