il caso

L’oncologo barese Vito Lorusso è in carcere: definitivo il patteggiamento a 5 anni

giovanni longo

Sono 21 i pazienti, affetti da patologie oncologiche, che l’ex primario di oncologia dell’istituto tumori di Bari Giovanni Paolo II, nel periodo giugno 2017-luglio 2023, avrebbe costretto a pagare

BARI - La sentenza di patteggiamento a 5 anni di reclusione è definitiva. E così per l’oncologo barese Vito Lorusso si sono aperte le porte del carcere, anche se, avendo più di 70 anni, la sua permanenza nel penitenziario di Turi potrebbe non essere molto lunga, considerando anche quanto ha già scontato in fase cautelare. I suoi difensori sono al lavoro per presentare un’istanza finalizzata a scontare il suo debito con la giustizia ai domiciliari, dove Lorusso era già finito nel luglio 2023. Nel mirino della Procura di Bari finirono decine di episodi di peculato, concussione, truffa aggravata e accesso abusivo al sistema informatico commessi. Più nel dettaglio, sono 21 i pazienti, tutti affetti da patologie oncologiche, che l’ex primario di oncologia dell’istituto tumori di Bari Giovanni Paolo II, nel periodo giugno 2017-luglio 2023, avrebbe costretto a pagare tra i 100 e i 150 euro per ogni visita e per ogni somministrazione di chemio. Pur trattandosi di prestazioni alle quali i malati avevano diritto gratuitamente. Non l’unica vicenda giudiziaria a suo carico.

Dopo avere assaporato la libertà con l’unico vincolo di presentarsi alla polizia giudiziaria, nei suoi confronti scattò l’arresto bis il 26 febbraio scorso nell’ambito dell'inchiesta «Codice Interno» della Dda di Bari sul presunto voto di scambio politico mafioso. Nell’elenco dei 135 arrestati anche la figlia Maria Carmen Lorusso (all’epoca dei fatti consigliera comunale a Bari) e del marito della donna, l’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri. Il Tribunale stabilirà se Lorusso senior, pur di favorire l’elezione della figlia, ha stretto oppure no un accordo con Massimo Parisi, fratello del boss di Japigia «Savinuccio».

Ma non divaghiamo, ritorniamo alle certezze, ovvero ai 5 anni patteggiati per la storia dei soldi pretesi in cambio di medicinali coperti dal servizio sanitario nazionale, al verdetto con il quale la gup Paola Angela De Santis, oltre a ratificare il patteggiamento, ha disposto per Lorusso l’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici, condannandolo a pagare le spese legali alle parti civili, tra cui i famigliari di alcuni pazienti, la Regione Puglia, l’Istituto Oncologico e l’Ordine dei medici. A tutti i pazienti e all’ospedale Lorusso, difeso dagli avvocati Gaetano e Luca Castellaneta, ha già restituito tutti gli importi indebitamente intascati, 32.950 euro ai 21 pazienti, dai 300 ai 5mila euro ciascuno, e altri 2.476 euro all’Oncologico.

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