L'anniversario
San Nicola e Bari vecchia: Padre Distante festeggia 50 anni di sacerdozio
Un traguardo impegnativo dedicato ogni giorno alla gioia e alla fedeltà alla Chiesa, secondo l’idea di San Domenico.
BARI - Cinquant’anni di servizio sacerdotale. Un traguardo impegnativo dedicato ogni giorno alla gioia e alla fedeltà alla Chiesa, secondo l’idea di San Domenico. Cinquant’anni di sacerdozio per padre Giovanni Distante, priore della Basilica di San Nicola di Bari. Ordinato sacerdote il 6 luglio 1974 dall’allora vescovo ausiliare di Oria, oggi cardinale Salvatore De Giorgi, Padre Distante ricorda ancora l’accorato invito che gli fu rivolto: perseverare in umiltà e fedeltà nel servizio sacerdotale ed apostolico.
RICORDI - Una lunga esperienza di fede che porta con sé tanti ricordi, raccontata dallo stesso padre Distante. «Ricordo particolarmente il primo anno presso la Missione cattolica italiana di Losanna - spiega padre Distante - che raggiungevo in treno ogni fine settimana da Friburgo, dove stavo completando i miei studi presso la Facoltà di Teologia. Il contatto diretto con il mondo dell’emigrazione italiana in Svizzera e i relativi problemi d’integrazione, mi hanno aiutato a meglio comprendere il fenomeno migratorio, e il successivo e complesso problema dell’immigrazione delle comunità straniere in Italia (romeni, georgiani, ucraini, cinesi, marocchini, ecc.), che hanno modificato il panorama delle culture e delle religioni nel nostro paese».
La ricchezza delle diversità «In questi 50 anni di ministero apostolico - ribadisce - sono stato sempre attento e sensibile alle vulnerabilità sociali, alle periferie e alle aree territoriali più fragili, ad avere una migliore apertura di vedute in merito al dialogo interconfessionale e interreligioso. Tutto ciò ha un nome: apertura alla ricchezza delle diversità. È quanto si realizza qui a Bari nel segno di San Nicola».
Padre Distante e il vescovo di Myra: un legame molto forte. «Scendere oggi giorno in Cripta - racconta il rettore della Basilica - ed essere avvicinato da fedeli e pellegrini che giungono da molto lontano per raccontare che Dio e San Nicola non si sono dimenticati di loro. Ecco l’esperienza più bella che un Rettore della Basilica non potrà mai dimenticare».
Appuntamenti Per celebrare in grande stile un anniversario così importante due gli appuntamenti religiosi organizzati. Due celebrazioni eucaristiche in programma a Bari e Francavilla Fontana. La prima in programma a Bari, sabato alle 18,30 presieduta da monsignor Francesco Cacucci, arcivescovo emerito di Bari Bitonto, nella Basilica pontificia San Nicola. La seconda, domenica, a Francavilla Fontana, alle 18.30, nell’Istituto «Sant’Orsola» Suore Figlie del Cuore Eucaristico di Gesù da monsignor Vincenzo Pisanello, vescovo di Oria.
Dunque, essere sacerdote oggi cosa vuol dire? «Negli anni ‘90 ho vissuto la riqualificazione della Città Vecchia e di tante aeree disagiate di Bari grazie al piano Urban, soprattutto la lotta alla criminalità organizzata. Erano gli anni della caduta del muro di Berlino, del ripristino dei pellegrinaggi russi a San Nicola, della guerra in Kosovo. Il passaggio in questo primo quarto del XXI secolo da città prettamente commerciale a città dalla spiccata vocazione turistica – spiega padre Distante - questa nuova vocazione per quanto l’abbia aperta ad una crescita economica inimmaginabile fino a poco tempo fa, rischia di fare della Città Vecchia un complesso monumentale di chiese e musei con ingressi contingentati e a pagamento». «Come sacerdote e custode della Basilica, dove è più che mai viva la testimonianza di santità di vita del vescovo di Myra Nicola, mi auguro che la Citta Vecchia non perda la sua antica vocazione di città “residenziale”, nella sua duplice dimensione ecclesiale e sociale, e Bari continui ad essere la Città di San Nicola, quest’uomo di Dio amante dell’umanità».
Infine, un pensiero rivolto a giovani sacerdoti che si apprestano a vivere un lungo cammino al servizio della chiesa: «Consiglierei di vivere in luoghi di frontiera, affrontare situazioni che permettono la scoperta felice della fede della gente; avvicinare particolarmente coloro che soffrono nel corpo e nello spirito, e che chiedono unicamente vicinanza, compassione, tenerezza, affetto. Ciò è quanto la gente si aspetterà sempre da un sacerdote».