BARI - Dieci anni fa era finito in carcere, arrestato in flagranza per una presunta mazzetta di 400 euro chiesta a una signora barese per chiudere un occhio su un presunto affitto pagato in nero: dopo la giustizia penale (che lo ha assolto definitivamente nel 2023) anche quella militare ha annullato la condanna per un appuntato della Guardia di Finanza. Ma la storia non finisce qui, perché la Cassazione ha disposto un rinvio per un nuovo processo d’appello: il sesto grado di giudizio per il 56enne Angelo Cappello, sospeso dal servizio ormai da un decennio e tuttora in attesa che la vicenda si chiuda.
Questa storia inizia nel 2014, quando Cappelli, appuntato della Guardia di Finanza di Noicattaro in servizio a Bari, viene arrestato con un collega con l’accusa di tentata concussione e portato nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, salvo ottenere i domiciliari pochi giorni dopo. L’ipotesi degli inquirenti, cioè, era che il militare si fosse accordato con un contribuente per evitargli di pagare imposte di registro su contratti di locazione non registrati in cambio di denaro. Da questa vicenda sono scaturiti due diversi procedimenti penali: uno per tentata concussione, poi riqualificata in induzione indebita, poi ancora in tentata truffa davanti all’autorità giudiziaria ordinaria, conclusosi lo scorso anno con sentenza di assoluzione definitiva da parte della Cassazione per tutti i capi di imputazione. Dal processo era emerso, in sostanza, che a concordare le dazioni illecite con alcune persone baresi sottoposte a controlli fu il maresciallo, un 54enne campano che nel frattempo si è congedato e che dalla magistratura ordinaria ha ottenuto una condanna a 4 anni. L’altro procedimento si è instaurato davanti alla Procura Militare di Napoli per il reato di collusione e frode nei confronti della Guardia di Finanza (reato previsto dalla legislazione penale Militare), conclusosi ora con sentenza di annullamento con rinvio della condanna a 1 anno e quattro mesi di reclusione che era stata inflitta al militare nel processo d’appello bis.
Quindi la Cassazione, accogliendo il ricorso dell’avvocato Antonio La Scala, difensore del finanziere, ha annullato la sentenza militare d’appello, ordinando alla medesima Corte d’Appello di Roma di fissare una nuova udienza per accertare nuovamente eventuali profili di responsabilità. Questo significa che, dopo il giudizio d’appello, qualunque sarà l’esito, sia accusa che difesa potranno ricorrere nuovamente in Cassazione, il che potrebbe dilatare ancora la definitiva chiusura della vicenda a circa 12 anni dal fatto.