Sabato 06 Settembre 2025 | 11:39

Prendono a calci ragazzo e lo gettano in mare a Bari: il video indigna il web. L'assessora Bottalico: una sconfitta

 
Redazione online

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Prendono a calci uomo disabile e lo gettano in mare a Bari: il video indigna il web

Pubblicato sui social e poi rimosso, ad agire sarebbero stati dei ragazzini. La polemica: «Nessuno è intervenuto?»

Martedì 18 Giugno 2024, 11:57

19:36

BARI - Sta scatenando l’indignazione di tanti cittadini il video, riportato dal canale Telegram 'Emergenza baby gang e bullismo', in cui si vede un ragazzino che sferra un calcio e fa finire mare un uomo sul lungomare di Bari. Il video è stato condiviso inizialmente su TikTok ma è poi stato rimosso dalla piattaforma.

Tanti i commenti di condanna sui social: «Stiamo davvero lasciando crescere esseri spregevoli come questi? E nessuno che intervenga nella giusta maniera? Veramente sono rattristata e profondamente ferita da quanto ho appena visto», scrive un'utente su Instagram.

Al momento non risultano interventi delle forze dell’ordine sul caso.

ASSESSORA BOTTALICO: UNA SCONFITTA

«Ho visto anche io quel terribile video che è girato nelle ultime ore. Ho provato una profonda indignazione e una grande rabbia per quanto accaduto sul lungomare di Bari. Quello che ho visto io, che hanno potuto vedere tutti coloro ai quali è capitato sott'occhio il video è la prova di una grande sconfitta collettiva». Così l'assessora al Welfare del Comune di Bari, Francesca Bottalico, sul video circolato sul web in queste ore in cui si vede un giovane colpire con un calcio un uomo, spingendolo in mare.
«Un ragazzino che butta in mare, senza preoccuparsi delle conseguenze, una persona in evidente difficoltà - prosegue l'assessora - probabilmente con delle fragilità, che cammina con passo incerto e viene spinta con un calcio, rappresenta una responsabilità generale che è stata evidentemente tradita».
«Si tratta - aggiunge Bottalico - di un episodio da denunciare senza nessun appello, e non solo verso chi ha agito dando quello spintone, ma anche verso chi era presente, ha ripreso e diffuso le immagini e non ha fatto nulla perché non accadesse questo orribile gesto».
«Faccio un invito - conclude l’assessora - a chiunque avesse notizie dell’accaduto: denunciate senza paura questa vile aggressione. Noi come istituzione ci saremo e per quanto possibile accompagneremo e ascolteremo questo ragazzo nei prossimi giorni. Nessuno, qui e altrove, deve sentirsi solo e indifeso».

LE REAZIONI

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani ha appreso con sgomento la notizia riguardante un giovane disabile spintonato e scaraventato a mare da un ragazzino sul lungomare di Bari. «Il video del misfatto - spiegano in una nota -  è stato pubblicato e poi cancellato sui canali social. Sembrerebbe che ci fossero altri adolescenti coinvolti nella vicenda. Nel capoluogo pugliese, come in tante altre città italiane, il problema delle baby gang è piuttosto diffuso. È orribile che un’azione tanto crudele possa essere stata oggetto di un video, come se fosse uno spot su cui far convergere i like e la popolarità».

«I ragazzi pur di piacere ai propri coetanei e apparire “duri”, in un mondo spesso scollato da ogni riferimento concreto alle conseguenze dei propri atti, arrivano a compiere azioni fuori da ogni logica e immorali. Compiere il male diventa un’attestazione della propria virilità e della propria forza. Tutto ciò denota un’enorme debolezza - sottolineano - da parte della società e degli adulti, che, a volte, appaiono impotenti nella loro funzione principale che dovrebbe essere quella di correggere e guidare le future generazioni. Il dialogo manca; il tempo destinato ai figli viene spesso eroso dai ritmi frenetici dell’attuale modello di vita o dall’edonismo imperante, che predica la felicità individuale a tutti i costi, azzerando responsabilità e doveri anche verso i propri familiari. Occorrono maggiore autorevolezza nella correzione del comportamento e un’applicazione delle sanzioni previste anche per i minorenni consona all’entità dell’illecito / reato commesso».

«Il dialogo e la formazione mediante lezioni, approfondimenti, incontri con specialisti non possono mancare, ma occorre anche maggiore consapevolezza delle conseguenze cui si potrebbe andare incontro disattendendo le regole. Bisognerebbe istituire nelle scuole un’equipe multidisciplinare con pediatri e psicologi in modo da strutturare percorsi educativi finalizzati ad un migliore inserimento nell’ambiente classe da parte di quegli studenti che avessero assunto una condotta fortemente inappropriata o caratterizzati da tendenze borderline» conclude poi la nota.

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