Sabato 06 Settembre 2025 | 02:52

Bari, il sistema Sandrino secondo il Riesame: «Cataldo pagava i voti per fare eleggere la moglie Anita Maurodinoia»

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

«Anche un finanziere comprava le preferenze per la moglie»

Le motivazioni del "no" alla revoca dei domiciliari per l'ex numero uno di Sud al Centro: «Aveva un metodo collaudato per truccare le elezioni»

Mercoledì 12 Giugno 2024, 21:12

13 Giugno 2024, 16:14

BARI - «Le indagini» su Alessandro Cataldo hanno «svelato l’esistenza di un vero “sistema” nella gestione delle competizioni elettorali funzionali alla candidatura/elezione della moglie Maurodinoia, e di un collaudato modus operandi, sintomatico della non occasionalità della condotta». Lo scrive il Tribunale del Riesame di Bari nelle 105 pagine con cui ha motivato il «no» alla revoca dell’arresto ai domiciliari del creatore del movimento politico «Sud al centro», nonché marito dell’ex assessore regionale Anita Maurodinoia, pure lei indagata con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale.
Cataldo (difeso dall’avvocato Mario Malcangi) è finito ai domiciliari il 4 aprile per aver truccato le elezioni comunali 2021 di Triggiano, il suo paese d’origine alle porte di Bari. I giudici del Riesame hanno confermato l’ordinanza cautelare del gip Paola De Santis.

Il movimento politico di Cataldo è stato sciolto subito dopo l’arresto, ma questo - dicono i giudici - non basta a ritenere cessato il pericolo di reiterazione dei reati «elettorali»: Cataldo «si è rivelato soggetto di rodata competenza, con una fitta rete di conoscenze e interessi anche all’interno della pubblica amministrazione», e dunque la chiusura di Sud al Centro non basta a «elidere il pericolo di recidiva, atteso il permanere dell’influenza politica dello stesso». Anche perché ci sono eletti di Sud al Centro «in tutto il territorio della Città metropolitana di Bari, ove annovera numerosi amministratori locali che, in virtù della propria considerevole esperienza e capacità elettorale nonché della propria struttura e del radicamento sul territorio, riescono a procurare in ogni paese dell’area metropolitana importanti numeri di voti in favore di Anita Maurodinoia».

In questo senso, secondo il Riesame, le indagini condotte dai carabinieri e coordinate dai pm Savina Toscani e Claudio Pinto hanno dimostrato «una capacità di piegare e condizionare ogni evenienza trasformandola in occasione di accaparramento di voti», con «una getione clienterale del suo ruolo, con favoritismi per ottenere ritorni in termini di consenso elettorale».

Il Tribunale ha anche riconosciuto che attraverso la società Ascogi (a lui riconducibile) e l’università online Pegaso l’ex esponente politico aveva messo su «una ulteriore fonte di accaparramento di voti». In questo senso è stato valorizzato l’esito di altre indagini (quelle relative alle elezioni a Grumo Appula, ma anche quelle sulle elezioni per i Municipi di Bari del 2019) da cui emerge l’esistenza di un «metodo Sandrino», dove la presenza di Cataldo «indiretto propulsore delle candidature della moglie Anita». In questo senso, scrivono i giudici, va letta l’operazione elettorale che nel 2020 è stata messa a segno su Grumo: «Emerge che la promessa e la consegna della somma di 50 euro erano finalizzate ad indicare quale preferenza sulle schede elettorali anche Anita Maurodinoia per le elezioni Regionali che si svolgevano contemporaneamente alle Comunali», e che hanno visto «lady preferenze» come più suffragata nella lista Pd, tanto da essere poi nominata assessore regionale dal governatore Michele Emiliano. Salvo poi dimettersi il giorno dell’arresto del marito, dopo essere stata sottoposta a perquisizione.

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