Domenica 07 Settembre 2025 | 16:36

Bari, traffico di stupefacenti: 31 misure cautelari e sequestro di beni per 2 milioni di euro/VIDEO

 
Redazione online

Reporter:

Redazione online

Bari, traffico di stupefacenti: 31 misure cautelari e sequestro di beni per 2 milioni di euro

Il comando provinciale di Bari della Guardia di Finanza e il servizio centrale investigazione criminalità organizzata. Gli indagati residenti nelle province di Bari, Bat, Foggia, Teramo e Chieti

Lunedì 10 Giugno 2024, 09:19

13:10

BARI - 31 indagati, di cui 15 in carcere, 14 agli arresti domiciliari e 2 destinatari dell'obbligo di dimora residenti nelle province di Bari, Bat, Foggia, Teramo e Chieti, nonché un decreto di sequestro preventivo di beni per un valore di circa 2 milioni di euro. Sono i numeri dell'operazione che la Guardia di finanza di Bari ha eseguito in queste ore nei confronti di un gruppo criminale attivo nel traffico di stupefacenti.

L'operazione è stata condotta dai finanzieri del Comando Provinciale di Bari e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata - con il supporto del locale Reparto Operativo Aeronavale e di personale del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Foggia.  

Le persone sono indagate, a vario titolo, per i reati di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti o psicotrope, nonché produzione, traffico e detenzione illeciti delle stesse.
L’odierna operazione costituisce l’epilogo di un’articolata attività di indagine, coordinata da questo Ufficio giudiziario ed eseguita dal Servizio Centrale I.C.O. e dal G.I.C.O. del Nucleo PEF Bari, che ha consentito di portare alla luce un gruppo criminale con sede operativa nella provincia di Foggia e propaggini in quelle di Bari e BAT.
Numerosi i riscontri operativi effettuati nel corso delle investigazioni che hanno permesso di sottoporre a sequestro circa 150 kg di hashish e 200 mila euro in contanti, nonché di procedere a diversi arresti in flagranza di reato.

Gli accertamenti avrebbero consentito di dimostrare come l’associazione fosse connotata da un’elevata capacità organizzativa e dotata di una rilevante disponibilità di mezzi finanziari e strumentali, disponendo di una “cassa comune” e di una vera e propria
“contabilità d’esercizio”. In particolare, l’organizzazione avrebbe rifornito di sostanze stupefacenti, in maniera sistematica e capillare, mediante l’utilizzo di automezzi dotati di doppi fondi, diverse piazze delle province di Foggia, Bari e Bat, nonché le zone costiere dell’Abruzzo, anche per l’appartenenza di uno dei principali indagati a un noto clan operante nel territorio dauno.

Gli indagati adoperavano strumenti di comunicazione criptati e a “circuito chiuso”, mimetizzando le attività illecite in strutture adibite ad attività commerciali. Inoltre utilizzavano nelle conversazioni un linguaggio allusivo, che convenzionalmente definiva la droga con termini quali “1p” per indicare il panetto di 100 grammi oppure semplicemente "una" con riferimento a una cassa da circa 30 Kg, mentre il denaro veniva individuato con la parola “documenti. Oltre a garantire l’assistenza legale e il mantenimento dei sodali arrestati. 

Inoltre, sono stati eseguiti mirati approfondimenti economico-patrimoniali nei confronti dei soggetti investigati e dei rispettivi nuclei familiari finalizzati all’individuazione di forme di “arricchimento” non giustificate da fonti reddituali lecite, in relazione alle quali è stato disposto il sequestro preventivo “per sproporzione”, finalizzato alla confisca c.d. “allargata”, di disponibilità finanziarie, beni mobili e immobili per un valore di oltre 2 milioni di euro, tra i quali 28 terreni agricoli, 7 appartamenti, nonché 900mila euro in contanti, polizze vita, saldi attivi dei conti correnti e 2 automobili.

IL CENTRO DEGLI AFFARI ERA ORTA NOVA

Il centro degli affari era Orta Nova, in provincia di Foggia, dove il clan Gaeta è da tempo operativo. Ma l’attività del gruppo si espandeva anche alle province di Barletta-Andria-Trani, Bari, Teramo e Chieti. Una presunta organizzazione criminale è stata smantellata oggi nel corso di una operazione della Guardia di finanza di Bari sfociata nell’esecuzione di 31 misure cautelari emesse dal gip di Bari Rosa Caramia su richiesta della Procura distrettuale antimafia: 29 arresti (15 in carcere, 14 ai domiciliari) e due obblighi di dimora.
Oltre ai provvedimenti restrittivi, è stato disposto anche il sequestro di beni del valore di oltre 2 milioni. Secondo gli inquirenti, il presunto sodalizio aveva una «elevata capacità organizzativa», una «rilevante disponibilità di mezzi finanziari e strumentali», oltre a disporre di una «cassa comune e di una vera e propria 'contabilità di eserciziò», come scrive la finanza in un comunicato.
Agli indagati sono contestati i reati di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, oltre che produzione, traffico e detenzione illecita di droga. Tra gli arrestati Andrea Gaeta, 53enne nipote del boss di Orta Nova Francesco e già imputato per un tentato omicidio, Michele e Mariano Scuccimarra (61 e 33 anni) e Michele Aghilar (40 anni), i principali indagati.
Le indagini, iniziate nel maggio 2019 come stralcio di un’altra inchiesta su un gruppo criminale di Bari vecchia, sono state coordinate dalla Dda.

L’organizzazione avrebbe rifornito di droga, in particolare cocaina e hashish, diverse piazze pugliesi e abruzzesi, adoperando «strumenti di comunicazione - scrive ancora la finanza - criptati e a circuito chiuso, mimetizzando le attività illecite in strutture adibite ad attività commerciali» e usando «nelle conversazioni un linguaggio allusivo: con '1p' gli indagati indicavano un panetto da 100 grammi di droga, con 'unà una cassa da circa 30 chili».
Nei confronti degli indagati sono stati sequestrati 28 terreni agricoli, 7 appartamenti, 900mila euro in contanti, polizze vita, conti correnti e 2 automobili. Le indagini hanno permesso di sequestrare, nel corso del tempo 150 chili di hashish e 200mila euro in contanti. "La fornitura degli stupefacenti - ha sottolineato nel corso di una conferenza stampa il coordinatore della Dda, Francesco Giannella - avveniva da Foggia, mentre lo smistamento delle partite veniva distribuito nelle varie realtà territoriali circostanti». L’indagine, ha aggiunto Giannella, è partita come "uno stralcio di un’altra attività investigativa su un clan della città vecchia di Bari, il cui principale fornitore era un andriese» che a sua volta si riforniva da Orta Nova. Il clan Gaeta è legato al clan Moretti-Pellegrino della Società foggiana.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)