il caso
Bari, Bellavista «dimenticato»: palestra inagibile, stanziati 700mila euro ma il bando resta al palo
Sfrattato il volley: la società Asd Tris è stata costretta a emigrare a Carbonara. Aveva segnalato da tempo problemi e infiltrazioni
BARI - Sono passati cinque mesi, il campionato è quasi finito ma per le giocatrici di pallavolo della Asd Tris la situazione non è poi così tanto cambiata. È da Natale, infatti, che la palestra del Bellavista, centro sportivo di Japigia che fino a qualche tempo fa ha accolto 150 tesserate, ha chiuso definitivamente i battenti. A metà dicembre 2023 la struttura non è risultata a norma di sicurezza, creando un danno soprattutto per le due squadre della società, militanti nei campionati Under 18 e Prima divisione femminile, tanto che le pallavoliste avevano diffuso un appello via social, diventato virale, in cui chiedevano «una palestra per Natale».
Nel frattempo, la richiesta di aiuto è stata accolta dal Palacarbonara, dove si disputano le partite e la squadra della Prima Divisione riesce ad allenarsi durante la settimana, mentre l’istituto scolastico Verga di Japigia ha concesso fino a fine maggio una piccola palestra per le allieve più piccole, «non certo un campo regolamentare da pallavolo», spiega Carmela Caputi, presidente della Asd Tris. A queste si aggiunge la palestra della scuola Zingarelli, seconda sede della società, che però non ha un campo omologabile a quello dei campionati federali. «Due mani ci stanno aiutando, nel frattempo stiamo presentando domanda a tutte le scuole per utilizzare la palestra per la prossima stagione, ci auguriamo che qualcosa vada a segno perché nel frattempo, al Bellavista, non si muove ancora nulla».
A dicembre, Caputi aveva già raccontato alla Gazzetta del Mezzogiorno che «rischi reali per le giocatrici non ce ne sono mai stati», ma che «gli evidenti problemi nella palestra della Bellavista erano stati già segnalati da tempo». Da cinque mesi il palazzetto è praticamente abbandonato, ma «l’’inizio dei lavori è un’idea ancora lontana», lamenta la presidente. Sarà un percorso lungo, visto che la Fidal, la Federazione Italiana di Atletica Leggera che ha in gestione l’impianto, ha stretto un accordo con il Comune di Bari per ristrutturare palestra e spogliatoi con un finanziamento di 700.000 euro, ma la gara per l’assegnazione dei lavori non è stata ancora indetta. Gli interventi riguarderanno il tetto, la pavimentazione, gli spogliatoi, l’installazione di pannelli solari e il rifacimento del prato. Due anni fa, nello stesso centro sportivo, era stata già riqualificata la pista di atletica leggera.
Il caso del Bellavista va avanti da tempo. L’acqua che entra dal tetto, la pioggia che si accumula e si smaltisce dopo giorni, il riscaldamento che non funziona, sono tutti segni di cedimento che si notano ormai da più di dieci anni e che, come dichiarato già a dicembre dalla presidente, erano stati segnalati all’ex assessore allo sport Elio Sannicandro: «Ricevemmo promesse e nulla di più. Parliamo di dodici anni fa. Siamo tornati alla carica con l’attuale amministrazione comunale, ma anche stavolta nulla».
Intanto, Caputi ammette che la squadra della Prima Divisione sta «serenamente retrocedendo»: «Ovviamente, fare un allenamento allo Zingarelli e uno al Palacarbonara non offre continuità tecnica. Ma non è importante. Noi organizziamo i corsi per consentire alle ragazze di fare sport, con tutte le conseguenze sociali del caso. Poi, se vinciamo, tanto di guadagnato. Se perdiamo, va bene comunque. Purtroppo - conclude - in questa città sembra ci sia interesse solo per il calcio».