ROMA - D’estate lavorava al Soggiorno Montano Enel di Roccaraso, era un modo per pagarsi gli studi. E infatti con tenacia e passione Irene Cascella non solo si laureò in Giurisprudenza ma riuscì a diventare avvocato. Barese, classe ‘66. brillantissima: qualcuno ancora la ricorda nello studio di Ninni Veneto, sorridente, agguerrita, preparata. Tutto il futuro davanti. Purtroppo 25 anni fa, l’infausta diagnosi di Sclerosi laterale amiotrofica, che la costringe lentamente ma inesorabilmente ad abbandonare tutto. La Sla le ha preso le mani e le braccia, le gambe, la bocca, tutto. Ma non le ha tolto la scintilla della vita, dell’audacia, del coraggio.
La straordinaria storia di Irene Cascella è racchiusa nel libro autobiografico, «Io... viva» (edito da Albatros), che ieri è stato presentato nell’aula convegni del Senato, nel Palazzo Carpegna di Roma. Con l’autrice anche i senatori Filippo Melchiorre e Paola Ambrogio. «Le parole di Irene ci hanno insegnato il senso profondo della vita - ha commentato Melchiorre - la sua esistenza è un esempio di dignità perché Irene ha affrontato una prova durissima come la Sla non perdendo mai la fede e la speranza. Un monito per tutti di come la vita vada rispettata sempre. Sarebbe bello e utile - secondo il senatore barese - far leggere il libro a tutti, soprattutto ai giovani, una lezione fondamentale per fronteggiare qualsiasi problema».
L’incontro a Palazzo Carpegna è stato introdotto dal senatore Lucio Malan, presidente del gruppo di Fdi ed ha visto la partecipazione anche di molti protagonisti dell’associazione Aisla.