Dopo gli interrogatori

«Sandrino Cataldo stava lavorando per le primarie di Bari». Il gip: deve restare ai domiciliari

Massimiliano Scagliarini

No alla scarcerazione per l’ex marito della Maurodinoia: «Ha detto di essere separato, ma quando è stato arrestato vivevano ancora insieme»

BARI - «Non è plausibile» che ogni singolo componente della cricca del voto comprato a Triggiano non sapesse ciò che facevano gli altri coindagati, tutti uniti da un «comune interesse (cui sono, di volta in volta, sottesi motivi differenti) per gli esiti elettorali» nel piccolo centro alle porte di Bari. E dunque il gip Anna Paola De Santis non ha creduto alla versione di Sandro Cataldo, ritenuto promotore e organizzatore dell’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale: per questo, dunque, resta ai domiciliari. Tantomeno la Procura di Bari creduto alla tesi del complotto, quella che pure Cataldo ha provato a sostenere dopo il ritrovamento il giorno dell’arresto di una chiavetta Usb contenente la registrazione di un colloquio con il suo ex braccio destro Armando De Francesco.

In quel file audio De Francesco, da cui è partita tutta l’indagine sui voti truccati, avrebbe sostanzialmente chiesto scusa a Cataldo spiegando di averlo incastrato per soldi. Ma i pm Claudio Pinto e Savina Toscani non ci sono cascati. «Cataldo - è scritto nel parere negativo della Procura alla richiesta di revoca - non ha fornito una spiegazione verosimile di tale registrazione audio, e, in particolare delle ragioni per le quali effettuava la stessa ad oltre tre anni di distanza dai fatti per cui si procede, né ha fornito elementi in virtù dei quali ritenere tale dialogo effettivamente genuino e non già artatamente concordato con il suo correo De Francesco (soggetto a lui legato da frequentazione assidua e permanente) anche in ragione del tenore del dialogo e delle frasi utilizzate». Due giorni prima della registrazione (datata 12 marzo) Cataldo ha del resto ricevuto e presumibilmente letto (gli è stata trovata sul cellulare sequestrato il giorno dell’arresto) l’ordinanza di custodia cautelare a carico dell’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri, nella quale ci sono riferimenti pure a lui e alla moglie a proposito di voti truccati: la vicinanza temporale, secondo la Procura, insieme alla cancellazione di tutti i contenuti del telefono è piuttosto sintomo di un tentativo di inquinare le indagini.

Nell’interrogatorio di garanzia Cataldo ha del resto confermato di «di avere preso parte, sino alla data dell’arresto, ad incontri di carattere politico in previsione della campagna elettorale per l’elezione del sindaco della città di Bari». E...

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