L'inchiesta
Triggiano, si dimette il sindaco Donatelli: «Elezioni inquinate, un passo indietro per rispetto della città»
Ai domiciliari dal 4 aprile scorso con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale, era stato sospeso dalla carica venerdì scorso dalla prefettura
BARI - Il sindaco di Triggiano, Antonio Donatelli, si è dimesso dall'incarico. Lo ha annunciato ai giornalisti il suo avvocato Beppe Modesti al termine dell'interrogatorio di garanzia davanti al gip Paola De Santis.
Donatelli è finito agli arresti domiciliari giovedì 4 nell'ambito dell'inchiesta sulla presunta associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale che ha coinvolto tra gli altri Alessandro Cataldo, ex marito dell'assessora regionale Anita Maurodinoia, e l'ex consigliere circoscrizionale di Bari Armando De Francesco, ex collaboratore di Cataldo.
"Ho una responsabilità morale e politica nei confronti della coalizione", le parole di Donatelli riferite dal suo legale: "Se anche uno solo dei voti che ho ottenuto risultasse comprato, significherebbe che la mia elezione sarebbe inquinata. Io faccio un passo indietro per rispetto della mia città e della carica che ho ricoperto".
La difesa dell'ex sindaco mira a ribadire la sua totale estraneità all'ipotizzato acquisto di voti per favorirne le elezioni. "Donatelli - ha detto il suo avvocato - ha ammesso di conoscere Cataldo e De Francesco, ma era totalmente all'oscuro di qualunque reato eventualmente commesso".