La situazione
Bari, operai Bosch allo stremo: «Stipendio misero, arriviamo a malapena a metà mese»
In tanti fuori dalla sede della Regione: «Se non si interviene, gli esuberi aumenteranno»
BARI - Una vita difficile che va avanti da anni. Gli operai Bosch chiedono certezze in un sistema che si vede sgretolarsi. «Lo stipendio falcidiato dagli ammortizzatori sociali ci basta a malapena per arrivare a metà del mese - raccontano mentre fuori dalla sede della Regione Puglia spettano di capire l'esito dell'incontro tra rappresentanti sindacali, istituzioni e azienda -. Abbiamo famiglie, mutui e la paura è che tra pochissimo ci possiamo trovare a non avere nulla, neanche per il primo del mese. Siamo stati assunti che la produzione del diesel sembrava fortissima, oggi ci troviamo a vivere una situazione di crisi che non potevamo neanche sognare. E chi deve dare risposte resta in silenzio».
«Il passaggio al sistema di motori elettrici ci ha completamente destabilizzati. In azienda l'aria è pesante. Ci sono state riunioni anche con alcuni dirigenti che continuano a ripeterci l'opzione messa sul piatto dall'azienda per incentivarci all'esodo, ma siamo quasi tutti dipendenti tra i 40 e i 50 anni, devi avere pronto un altro lavoro per accettare di andar via. E alternative non ne vediamo di concrete».
«C'è chi ci vuole far credere che Bosch sta cercando di stringere accordi con realtà del territorio per traghettarci altrove. In qualche assemblea nei reparti si è citato anche l’Aqp, perché se non ho capito male tra i dirigenti di Aqp ci sono ex capi della Bosch, ma è tutto molto fumoso. Non so se un passaggio da uno stabilimento come il nostro ad una realtà così diversa potrebbe essere possibile».
Gli uomini raccontano come fossero un fiume in piena. «Serve un processo di reindustrializzazione, si parla, si parla ma, nulla realmente viene avviato. Siamo circa 1600 unità, mica è semplice, ma se non si comincia subito altro che 700 esuberi. Di questo passo i tagli interesseranno mille dipendenti. Persino le nuove produzioni come i motori per le ebike stanno già subendo un calo di commesse e addetti».
«Da parte dell'azienda non si vede luce. Non ci sono in arrivo nuovi prodotti o tecnologie. Nessuna riconversione. Alcuni reparti stanno già morendo, non si fa più neanche la manutenzione di qualche tempo fa».
Poco prima dello scorso Natale un incidente ha coinvolto un operaio rimasto incastrato in un macchinario mentre lavorava sulla linea Zc corpo, un lavoratore che ancora non è rientrato al lavoro.
«Noi operai ci sacrifichiamo, lo stiamo dimostrando e lo continueremo a fare, ma ci sforziamo se c'è un risultato. Altrimenti a che serve? Sono dieci anni che si stringe la cinghia. Tanti, ma veramente tanti di noi, a metà del mese non hanno più soldi in tasca. C'è chi va a mangiare dai genitori per riuscire a tirare avanti. Non è dignità questa».
«Il silenzio ci sta opprimendo. Ci arrivano segnali contrastanti anche dalla dirigenza tedesca. La sterzata imposta dall'Unione europea sui motori elettrici, da avere per forza entro il 2035, sta creando problemi anche in Germania. Abbiamo paura che tra pochissimo possiamo non avere più uno stipendio e questo aprirebbe scenari catastrofici, per noi, le nostre famiglie».
La Bosch di Bari è il secondo stabilimento per grandezza dopo l'Ilva di Taranto, purtroppo un gigante dai piedi di argilla, se qualcuno non riuscirà a puntellare il sistema e garantire una conversione.