BARI - «Di fronte alla messa al bando del motore endotermico la politica non è riuscita ancora a programmare una seria strategia industriale a partire dal settore automotive. Senza un progetto ed una visione condivisa con le organizzazioni sindacali, le ricadute industriali, sociali ed occupazionali saranno drammatiche ancor prima del 2035. Ad essere colpita è l’intera area di Bari, che quindi pensiamo debba diventare area di crisi complessa». E’ quanto dichiarano in una nota le segreteria di Fim, Fiom, Uilm, Uglm, a margine dell’incontro che c'è stato oggi a Bari, convocato dalla Regione Puglia per il monitoraggio dell’accordo siglato con Bosch del luglio 2022. Le organizzazioni sindacali hanno manifestato i loro timori per quelle che potrebbero essere le ripercussioni legate alle misure previste dall’Unione Europea sui motori endotermici, quelli di uso comune a benzina e diesel. «Ciò che sta accadendo conferma l'urgenza - hanno aggiunto - di una più vasta diversificazione industriale da parte di Bosch, tanto più che l’Unione europea ha confermato la messa al bando del motore endotermico e che fra due anni a normativa vigente non ci saranno più ammortizzatori sociali utilizzabili». " Chiediamo a Bosch di presentare piani di riconversione industriale e di fare domanda di accordo di programma, alla Regione Puglia di apprestare corsi di formazione. Peraltro Bosch si è detta interessata alla Zes. Ma resta Bosch - hanno concluso - l’unico soggetto che possa individuare missioni industriali alternative a quelle attuali legate al motore endotermico».

Oggi riunione a Bari dopo stop a motori endotermici deciso da Ue
Mercoledì 15 Febbraio 2023, 21:16