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«Ti giuro che oggi non esci sano da qui», a 15 anni pestato a scuola a Bari, tre indagati

 
Luca Natile

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Luca Natile

«Ti giuro che oggi non esci sano da qui», a 15 anni pestato a scuola a Bari, tre indagati

Sotto accusa tre diciassettenni: la mandante dell’aggressione, il suo ex e un complice (entrambi praticano arti marziali). Prima la lite in classe, poi le botte in strada

Domenica 24 Marzo 2024, 12:49

BARI - La Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Bari ha notificato l'avviso della conclusione delle indagini preliminari ad una studentessa di 16 anni, (che ne ha compiuti 17 il giorno seguente), al suo ex fidanzato di 17 anni e ad un compagno di scuola di lui, di 16 anni.

I tre sono accusati, a vario titolo, la ragazza come mandante, i due giovani - che praticano a livello agonistico una specialità delle arti marziali - quali esecutori materiali, di aver provocato come conseguenza di una brutale aggressione, lesioni permanenti gravi (con parziale perdita dell’udito) ad un ragazzo di 15 anni e di aver agito per futili motivi. I fatti risalgono al 10 ottobre dello scorso anno e si sono verificati poco prima delle 14 in via Celso Ulpiani.

«Tu oggi non esci da questa scuola... Io con qualcuno me la devo prendere». Queste le parole di minaccia rivolte quella mattina dalla ragazza al quindicenne, nuovo fidanzatino di una sua ex amica, la quale probabilmente gli aveva chiesto di non frequentarla più, neppure come amica. Stando alla ricostruzione degli investigatori della Squadra Mobile, diretta dal primo dirigente Filippo Portoghese, la 17enne avrebbe affrontato il ragazzo nei corridoi della scuola, davanti ad altri studenti, chiedendogli conto del suo allontanamento come amico e accusandolo poi di mettere in giro maldicenze sul suo conto («...ma fammi capire una cosa, quale è il problema che stai dicendo alle persona che io sono una poco di buono» questo il tenore delle accuse rivolte da lei, tramite WhatsApp, tra gli altri anche a un intimo amico del quindicenne).

Dopo il bisticcio e le minacce, la ragazza ha telefonato al suo ex fidanzato che frequenta un altro istituto scolastico e lo ha incaricato di vendicare le offese arrecate alla sua reputazione.

Vendetta, atroce vendetta. Il diciassettenne ha preso molto sul serio l'incarico e dopo il suono della campanella che avvertiva della fine delle lezioni, spalleggiato da un compagno di allenamenti nelle arti marziali, è uscito di corsa da scuola raggiungendo in tempo record l'istituto frequentato dalla sua ex. Quando gli studenti sono usciti, lui l'ha avvicinata facendosi indicare l'autore dei pettegolezzi che nel frattempo, via chat, aveva lanciato un Sos ad un amico del quartiere Libertà che avrebbe potuto aiutarlo e difenderlo, riferendogli del litigio avuto poco prima con la 17enne e del timore di trovare qualcuno, fuori dalla scuola, venuto anche lui dal Libertà per aggredirlo.

Sono stati i detective della sezione Reati contro la persona, in danno di minori e reati sessuali della Squadra Mobile, guidati dal commissario capo Roberto Stramaglia, a ricostruire, momento dopo momento, l’aggressione. I due «punisher» hanno avvicinato il quindicenne, sbarrandogli il passo e chiedendogli di seguirli per un chiarimento.

Lui non ha risposto alla provocazione e si è diretto verso la vicina fermata dell’autobus. Improvvisamente si è sentito placcare alle spalle e «poi è sceso improvvisamente il buio, non ricordo più nulla di quanto è successo» dichiarerà agli agenti, un’ora più tardi, recuperati i sensi, disteso in un lettino del pronto soccorso del Policlinico.

Il ragazzo ha poi recuperato la memoria ma nelle ore immediatamente seguenti l’aggressione ad aiutare gli agenti nella ricostruzione dell’accaduto sono arrivate le dichiarazioni di alcuni testimoni che in quel momento si trovavano in via Celso Ulpiani.

In particolare il racconto dell’accaduto fornito da una coraggiosa compagna di scuola della vittima che è riuscita a bloccare uno dei picchiatori, chiedendo nel contempo aiuto ad altre studentesse che erano lì a pochi metri di distanza impietrite dalla paura. Nessuno dei passanti è intervenuto per interrompere il pestaggio. I due picchiatori hanno colpito al capo, alle tempie, al volto, al ventre, alla schiena con estrema violenza, la vittima designata, utilizzando mosse di arti marziali e lasciandola poi per terra svenuta. Poi i soccorsi, il ricovero in ospedale, i primi referti medici, il trauma cranico con frattura delle ossa nasali, l’amnesia retrograda, la rottura di alcuni denti. Nelle settimane successive il ragazzo ha continuato ad accusare una serie di disturbi anche gravi che hanno reso necessarie nuove visite e consulenze. Cinque mesi dopo si è arrivati alla conclusione delle indagini. I tre giovani indagati sono stati raggiunti da avviso orale.

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