Il caso
Crac PopBari, il gip archivia una denuncia: «Fusillo non calunniò i revisori della Price»
In uno degli interrogatori resi nell’indagine sul crac, Fusillo aveva spiegato che i bilanci delle sue società erano «stati redatti in modo non corretto con l’ausilio tecnico dei consulenti»
BARI - «Non appaiono del tutto infondate» le dichiarazioni dell’imprenditore Vito Fusillo sui rapporti esistenti tra la società di consulenza Pwc e Banca Popolare di Bari e sul doppio ruolo di due professionisti, allo stesso tempo revisori dei conti delle sue società (poi fallite) e «stretti collaboratori» del partner della PwC cui era affidata la certificazione del bilancio di PopBari. È su questa base che il gip Giuseppe Ronzino ha archiviato, su richiesta conforme della Procura, le accuse di calunnia mosse all’imprenditore da due dei consulenti della Price.
In uno degli interrogatori resi nell’indagine sul crac, Fusillo aveva spiegato che i bilanci delle sue società erano «stati redatti in modo non corretto con l’ausilio tecnico dei consulenti sopra indicati (...) pur non essendo a mio avviso idonei ad ingannare un lettore appena attento», e aveva spiegato di aver messo in piedi una serie di operazioni infragruppo «d’intesa con i soggetti Bpb e con l’ausilio tecnico dei citati consulenti PwC, nella convinzione di riuscire in questo modo a risolvere le criticità che via via si manifestavano». I due consulenti hanno invece spiegato di non essersi mai occupati di bilanci delle società di Fusillo e di essere in realtà dipendenti dello studio Tls e non di Price.
Il gip, accogliendo in pieno le tesi del difensore di Fusillo (professor Vito Mormando) ha però condiviso la richiesta di archiviazione rilevando la mancanza dell’elemento soggettivo: l’imprenditore di Noci, oggi a processo per bancarotta, non intendeva muovere accuse che sapeva false nei confronti dei consulenti. «I rapporti tra le società fallite (Fimco e Maiora, ndr) ed i professionisti operanti nell’ambito delle società Tls-Pwc (tenuto conto della circostanza che la Bpb era il principale partner commerciale delle società del gruppo Fusillo e che la prima aveva promosso il rapporto di consulenza con la Pwc, società che risultava intrinsecamente collegata alla Tls), unita alla circostanza che le generalità dei denuncianti risultavano indicate sotto il marchio Pwc» sono tutti elementi che, secondo il gip, «avrebbero potuto quantomeno ingenerare una sorta di confusione» in capo a Fusillo. La difesa ha anche prodotto la corrispondenza tra «i principali collaboratori» dell’imprenditore e i due consulenti in cui si parla di predisporre i bilanci. Circostanze che, dice il gup, «inciderebbero sull’effettiva percezione dei fatti» da parte di Fusillo, che dunque non avrebbe inventato nulla.