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Mafia e arresti a Bari, Olivieri puntava alle Regionali: «E ora metto Mari alla Provincia»

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Bari, Olivieri vuole parlare: "Chiarirò tutto"

L’intercettazione in cui l’avvocato racconta le sue strategie all’allora assessore molisano Niro

Giovedì 07 Marzo 2024, 13:05

BARI - All’indomani delle elezioni comunali 2019, che avevano visto la sconfitta del candidato del centrodestra Pasquale Di Rella ma l’elezione di sua moglie Mari Lorusso, l’avvocato Giacomo Olivieri si stava dando da fare per stringere alleanze e per allargare la sua area di influenza. «Io ho bisogno di portare Mari nell’area metropolitana», diceva al telefono Olivieri spiegando le strategie che due anni dopo avrebbero segnato il passaggio in maggioranza, nel gruppo di «Sud al centro» che supporta il sindaco Antonio Decaro.

È in questo senso che la Polizia ha valorizzato una telefonata del 12 giugno 2019 tra Olivieri e l’allora assessore regionale del Molise (oggi sottosegretario alla presidenza) Vincenzo Niro, vicepresidente nazionale dei Popolari per l’Italia. Una sigla che ha più volte fatto capolino nelle elezioni pugliesi, schierata prevalentemente (ma non sempre) con il centrosinistra. Niro è estraneo a questa indagine. Ma nelle informative si ricorda il suo coinvolgimento in un’inchiesta della Procura di Campobasso sui rimborsi facili in Regione, nonché una vecchia condanna in materia di armi riportata negli anni ‘80 (con successiva riabilitazione), ai tempi in cui lavorava come agente penitenziario. Una conversazione in cui Olivieri fa capire all’interlocutore di avere un peso trasversale all’interno del Comune, e di avere un piano per candidarsi alle successive Regionali. Leggiamo.

OLIVIERI: «Bene, bene, è andata bene, molto bene alla fine, eh. Abbiamo il consigliere comunale, anzi ne abbiamo tre per la verità. Un paio di assessori che abbiamo, sai, giocato in modo trasversale. Vincenzo è andata bene, molto bene, molto molto bene»

NIRO: «Vabbè, tua moglie è entrata...».

OLIVIERI: «Sì sì è chiaro, è chiaro lei è consigliere comunale ma oltre lei sono entrati altri due delle liste accanto. No, è andata bene, abbiamo un bel po’ di voti adesso, dobbiamo capire per la Regione su chi puntare... Solo questo, hai capito? è un po’ presto, però. Vediamo che cosa fare».

Il riferimento è alle elezioni regionali del maggio 2020. «Mica tanto, maggio arriva», dice Niro. «Però - dice Olivieri - lo sai che prima di fine ottobre qua non si dice niente perché dobbiamo capire i giochi intorno a quel poveretto di Michele. Anche se io penso che Michele rivinca, e qua però, non lo so, non lo so, non lo so. Il centrodestra non ha nessun candidato e brancola nel buio...pero, Vincenzo io sono a tua disposizione intanto, quindi dimmi tu quello che devo fare (...). Vincenzo, sono a tua disposizione».

L’interesse del politico molisano è quello di sbarcare in consiglio comunale a Bari. «Mi devi dire tu che se possiamo costituire il gruppo Popolari al Comune», chiede Niro. E Olivieri: «Al Comune li dobbiamo trovare un altro paio. È un po’ presto adesso... con l’estate. Però già iniziamo a ragionarci per il Comune (...) Sulla Regione sì, sulla Regione bisogna fare la lista... Mi devi dire come organizzarla, chiaramente». Niro appare molto ottimista: «Dobbiamo capire su chi puntare... Tanto due ne metti tranquillamente dai risultati che ho io». I due si lasciano con l’impegno a rivedersi, «tipo boh 10 settembre durante la Fiera del Levante», ma poi Olivieri ha abbandonato il progetto. Insieme a Di Rella e all’altro sostenitore Nicola Canonico, l’avvocato aveva ipotizzato una candidatura per le Regionali 2020 insieme al centrodestra, ma forse proprio il risultato negativo delle Comunali di Bari ha inciso sul cambio di rotta. Mentre l’approdo di Lorusso in Città metropolitana è arrivato insieme al passaggio in maggioranza.

Oliveri è in carcere a Brindisi mentre la moglie Mari Lorusso e il suocero Vito Lorusso sono ai domiciliari. Lunedì la signora Lorusso, accusata di aver preso i voti dei clan comprati dal marito, ha formalizzato le dimissioni da consigliere comunale. Tuttavia il suo avvocato, Luca Castellaneta, non ha per il momento avanzato al gip Alfredo Ferraro richiesta di revoca della misura cautelare. Il filone sul voto di scambio mafioso nell’inchiesta «Posto Fisso» ha portato all’arresto (tra carcere e domiciliari) di 19 persone, alcuni dei quali incensurati. Tra loro Tommaso Lovreglio, nipote del boss Savino Parisi, 39enne di Japigia che dall’inchiesta appare il fulcro delle attività illegali messe in campo da Olivieri: è attraverso di lui - dicono le carte - che l’avvocato ex consigliere comunale e regionale ha avuto accesso ai voti del clan più importante di Bari. 

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