I retroscena
Mafia e arresti a Bari, i clan puntavano ad alterare risultati partite di calcio dilettantistico
Due le gare nel mirino, sempre tra Corato e Fortis Altamura, nel 2017 e nel 2018
BARI- Stando alle indagini della Squadra mobile di Bari e dello Sco, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari, i clan puntavano anche ad alterare i risultati delle partite del calcio dilettantistico. Due le gare finite nel mirino. La prima è Corato-Fortis Altamura del 30 aprile 2017, spareggio per l'accesso al campionato di Eccellenza. Alla vigilia dell'incontro, Giuseppe Maldera, noto imprenditore coratino nel settore caseario e allora presidente del Corato, prima avrebbe cercato "un accordo con i referenti mafiosi altamurani", poi si sarebbe rivolto a Mario Dammacco "noto esponente del clan Strisciuglio" al fine di ottenere la vittoria della partita di calcio attraverso un risultato diverso rispetto a quello derivato dal leale svolgimento della competizione". Di qui l'accusa per entrambi di frode sportiva aggravata dal metodo mafioso perché Dammacco "interveniva subito prima della partita mediante minacce e violenze sui giocatori della squadra dell'Altamura, così originando nella compagine avversaria della Fortis il consolidarsi della coartazione e dei timori qualora l'esito sportivo fosse stato diverso". Sul piatto non meglio precisate "somme di denaro" che Maldera avrebbe versato al clan Strisciuglio che così "accresceva la propria capacità di penetrazione nel tessuto economico ed imprenditoriale". Per la cronaca la gara terminò 1-0 per il Corato, gol su rigore.
Un "torto", viene definito nel capo d'imputazione, cui rimediare, sempre con la forza intimidatrice del clan. È il 7 ottobre 2018, le due squadre, Corato Calcio e Fortis Altamura, entrambe in Eccellenza, si incontrano ancora. Questa volta a muoversi è il clan Parisi con Tommaso Lovreglio e l'articolazione altamurana degli D'Abramo-Sforza con Giovanni Sforza, si sarebbe attivata minacciando il presidente del Corato Giuseppe Maldera con il quale sarebbe stata pattuita la combine del risultato sportivo, "ottenendo altresì per la organizzazione una non quantificata somma di denaro". Tra gli indagati, Lovreglio e Sforza a parte, figurano anche in concorso, Donato De Tullio, cugino di Lovreglio e anche lui ritenuto contiguo al clan Parisi, Giuseppangelo Barracchia, ("responsabile di fatto" della Fortis Altamura), Dario Loporchio direttore sportivo del Corato Calcio, nonché componente dell'associazione italiana calciatori, Vito Castelletti, allenatore del Corato dell'epoca. La Fortis Altamura, per la cronaca, vinse a Corato 2-1. In questo modo, secondo l'accusa, il clan Parisi avrebbe ribadito la propria supremazia a d Altamura.