I retroscena

Mafia e politica: «Olivieri usò il suo sito per estorsione alla Popolare di Bari e per aiutare Di Rella alle primarie»

Massimiliano Scagliarini

La Procura: minacce attraverso il giornale Quotidiano Italiano per bloccare la banca. "Dettava articoli al sito a favore del suo candidato"

BARI - Giacomo Olivieri aveva anche la capacità «di condizionare anche le attività di importanti istituti bancari», ovvero la Banca Popolare di Bari, nei cui confronti l’avvocato barese avrebbe messo in piedi una estorsione finalizzata a impedire che venisse recuperato il credito da 1,1 milioni nei confronti della Fondazione Maria Rossi Olivieri che Popolare aveva ceduto a Cerved spa. Per farlo, secondo la Dda di Bari, Olivieri avrebbe utilizzato un sito a lui riconducibile, “Il Quotidiano Italiano”, per indurre la Popolare a non procedere con l’atto di precetto. «Ma gli spieghi "l'avvocato Olivieri è l'avvocato del “Quotidiano Italiano Bari”. Volete essere spaccati il c…? E vabbè eh... e cioè... vuol dire che ognuno giocherà al metodo suo... visto che voi vi volete levare uno sfizio! poi non vi lamentate se anche noi ii leviamo gli sfizi dall'altro lato».

Secondo quanto riassume il gip nell’ordinanza le pressioni di Oliveri avrebbero avuto successo almeno sul momento. «Risulta – scrive il gip Ferraro - che in data 22.07.2019 la BPB inviava alla Cerved un'email con cui manifestava l'intenzione di riacquistare il credito ceduto, riferendo al contempo che la precedente cessione era stata dovuta a un "disguido"». L’intercettazione è del 19 luglio 2019 e coinvolge Olivieri con un collega avvocato che difendeva la Popolare: «Cioè, hai capito? Poi non lo dicessero che loro non centrano niente con la Popolare di Bari' e non gliene fotte un c…, perché gli faccio uscire su un articolo, sul giornale, tutti i collegamenti... cioè non dicessero questa p…! Perché gli vado a vedere posizione per posizione, collegamento per collegamento, azione per azioni... c'ho tutto il dossier!». Un dossier che secondo l’accusa sarebbe stato veicolato da Olivieri anche ad un altro quotidiano barese. Quest'ultima però sembrerebbe una millanteria di Olivieri, che in una conversazione con un uomo non identificato parla di orchestrare una campagna mediatica nei confronti della Popolare.

In una informativa della Polizia di Stato vengono riassunte altre operazioni che Olivieri avrebbe portato avanti con il sito Il Quotidiano Italiano, anche in relazione alle primarie con cui nel 2019 è stato scelto Pasquale Di Rella come candidato sindaco per il centrodestra a Bari. Una sfida politica in cui, secondo le indagini, Olivieri ebbe un ruolo coinvolgendo i clan baresi per ottenere voti a favore di Di Rella (ritenuto "inconsapevole" di queste manovre). Ma durante le primarie, secondo i pm della Dda di Bari, fu usato anche il sito web. "Dal servizio tecnico telematico sullo smartphone di Olivieri - è detto nell'informativa - è emerso che sia Olivieri che Di Rella commissionano e dettano articoli al Loconte che è indubitabilmente persona a loro vicina, piegata ai desiderata di Olivieri".

«Considerando che le minacce del'Olivieri hanno avuto come risultato quello di impedire tanto alla Cerved quanto alla Banca Popolare di agire per ottenere la riscossione del credito vantato nei suoi confronti – scrive il gip Ferraro -, non vi sono dubbi, perlomeno a livello di gravità indiziaria, sull’idoneità delle minacce medesime al raggiungimento del fine perseguito dall'indagato». La vicenda si è poi evoluta, nel senso che la Popolare dopo il fallimento ha ceduto i crediti (tra cui quello nei confronti della Fondazione) all’Amco che ha che ha poi avviato una procedura di esecuzione immobiliare sulla masseria di Polignano a Mari posseduta dalla Fondazione.

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