LA DIATRIBA

La gestione del Polo museale di Conversano finisce a carte bollate: il Comune risolve il contratto

ANTONIO GALIZIA

Risoluzione per «Inadempimento». L’operatore ricorre al Tar. Al via della nuova stagione cinque dipendenti senza stipendio da 8 mesi

CONVERSANO - Polo museale: il gestore cita il Comune in Tribunale. L’ente risolve il contratto di appalto. Finisce a carte bollate, davanti ai giudici amministrativi la disputa tra il Comune di Conversano e i gestori dei musei. Tutto questo accade alla vigilia della nuova stagione del Polo museale, che verrà aperta dall’annunciata mostra su Chagall e ha in programma un ricco calendario di attività, compreso l’importante progetto di digitalizzazione e animazione con Intelligenza artificiale di alcune tele della Gerusalemme liberata.

A darne notizia è la civica amministrazione che con provvedimento dell’ufficio cultura, ha risolto il contratto con l’Ati (associazione temporanea di imprese) formata da due cooperative. «Dato atto che in conformità a quanto disposto dal codice degli appalti pubblici (il decreto legge 50/2016) sono stati accertati gravi ritardi per negligenza dell’appaltatore rispetto alle previsioni del contratto, richiedendo allo stesso di eseguire le prestazioni richieste», il Comune ha risolto il contratto. Il provvedimento ha colto di sorpresa la cooperativa Armida ed i suoi 5 dipendenti che oltre ad aver appreso la notizia dell’interruzione del servizio, lamentano di aver percepito l’ultimo compenso nel giugno 2023.

Per i successivi 8 mesi, infatti, il Comune non ha più riconosciuto un compenso alla Armida, rimasta sola nella gestione del Polo a seguito del disimpegno dell’altra cooperativa in Ati, avvenuto il 1° luglio 2023. Dopo quel disimpegno, il Comune di Conversano interessato al prosieguo delle attività museali, aveva chiesto ad Armida di dimostrare il possesso dei requisiti. Armida confermò di poter e voler proseguire e per tutto il 2023, fino ai primi di febbraio 2024, ha gestito il Polo museale (che comprende: nel Castello degli Acquaviva d’Aragona, la Pinacoteca Finoglio, il Museo del territorio e gli spazi al secondo piano del maniero; nell’ex monastero di San Benedetto, il Museo civico ed archeologico, gli spazi esterni e la sala convegni al piano terra; oltre gli spazi nella ex chiesa di San Giuseppe, trasformata in contenitore culturale).

A quella istanza tuttavia - fa sapere Armida - il Comune non diede risposta, da qui il ricorso degli operatori culturali al Tar (Tribunale amministrativo regionale) per la Puglia, per «vedere riconosciuto il diritto, consentito dal codice dei contratti pubblici, a proseguire da sola il rapporto contrattuale con Comune di Conversano». L’udienza è stata fissata il 20 marzo prossimo. Intanto, i cinque operatori del museo hanno visto interrotto il loro lavoro, le attività museali sono state sospese e la civica amministrazione, che punta sullo sviluppo del turismo culturale nella Città d’arte, è impegnata nella verifica della soluzione più rapida possibile per riconsegnare il Polo museale al pubblico.

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