BARI - La Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio per otto ex top manager della Banca Popolare di Bari (tra cui l’ex presidente Marco Jacobini e l’ex vice direttore generale, Gianluca Jacobini) per i reati di falso in bilancio relativamente agli anni dal 2016 al 2018, ostacolo alla vigilanza di Consob e Bankitalia, aggiotaggio bancario a danno degli azionisti, oltre alle accuse di maltrattamenti, estorsione e lesioni personali ai danni di un ex manager dell’istituto.
Oltre che per Marco e Gianluca Jacobini, già a processo per alcuni degli episodi contestati (e qui contestati in concorso con altri indagati), il rinvio a giudizio è stato chiesto per Vincenzo De Bustis Figarola, ex direttore generale e amministratore delegato della banca; Giorgio Papa, ex ad; Roberto Pirola, ex presidente del collegio sindacale; gli ex dirigenti Elia Circelli, Gregorio Monachino e Nicola Loperfido.
La settimana scorsa la gip Angela Paola De Santis, su richiesta della Procura, aveva archiviato le posizioni degli ex dirigenti Benedetto Maggi e Giuseppe Marella, indagati per false comunicazioni sociali.
UNIONE CONSUMATORI: «CI COSTITUIREMO PARTE CIVILE»
L’Unione nazionale dei consumatori (Unc) ha annunciato che si costituirà parte civile nell’eventuale nuovo processo penale a carico di otto tra ex vertici e dirigenti della Banca popolare di Bari, per i quali oggi la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per falso in bilancio, ostacolo alla vigilanza di Bankitalia e Consob, false comunicazioni sociali, aggiotaggio bancario e altre ipotesi di reato.
«Questo nuovo filone processuale - afferma l'avvocato Corrado Canafoglia, responsabile nazionale dell’ufficio legale dell’Unc - aumenta le possibilità di risarcimento per i risparmiatori, soprattutto considerato che in uno dei procedimenti in corso la banca era stata esclusa quale responsabile civile».
Oltre a Canafoglia, ad assistere gli azionisti della Popolare di Bari che si sono rivolti all’Unc ci sono gli avvocati Antonio Calvani, delegato dell’Unc Puglia per le crisi bancarie; Ennio Cerio e Valentina Greco. «In ogni caso - conclude Canafoglia - urge una soluzione anche sul piano politico per aiutare i risparmiatori traditi, soprattutto quelli meno abbienti che hanno perso i risparmi di una vita».