L'intervista

Montanari: il Bari arriverà ai play-off, ma occhio alla Reggiana

Davide Lattanzi

«Una spiccata tendenza a cali fisici e di tensione agonistica, sia i biancorossi ad Ascoli che i granata contro il Como»

BARI - «Reggiana-Bari sarà una partita molto diversa dall’andata: le squadre si sono evolute». Così Marcello Montanari si proietta al match di sabato al San Nicola (alle 16,15). Un incontro decisivo nella rincorsa del Bari che sogna i playoff, ma ancora non trova la continuità per entrare tra le «magnifiche otto». L’ex difensore nato a Portoferraio è uno dei doppi ex più in vista dell’incontro. Nel club emiliano è cresciuto passando dal settore giovanile ed esordendo tra i professionisti, ma è in biancorosso che ha toccato le vette più alte della sua carriera: 130 presenze ed un gol dal 1992 al ‘97, con una promozione in serie A, due campionati nella massima categoria, un altro salto centrato dalla B al palcoscenico più prestigioso. Terminato il percorso da calciatore, è tornato nel club emiliano: da tecnico in seconda e poi nel settore giovanile è stato in granata dal 2008 al 2014. «Non posso negare che per me sia un match particolarmente sentito: Reggio Emilia ormai è casa mia, ma a Bari ho vissuto stagioni esaltanti, giocando nella serie A che all’epoca era davvero il campionato più bello del mondo. Sono molto legato ad entrambe le compagini: il sette ottobre scorso vidi la partita allo stadio, stavolta la guarderò da casa».

Quale momento vivono Bari e Reggiana?

«Molto è cambiato su entrambi i fronti. Il Bari, tanto per cominciare, ha Marino in panchina e non più Mignani: non avrei mai pensato che proprio il pareggio colto all’andata sarebbe stato fatale ad un allenatore che ha portato i Galletti dalla C ad un passo dalla A. Devo ammettere che quel giorno i pugliesi mi parvero irriconoscibili rispetto ai loro standard: evidentemente la società ha voluto dare subito una sterzata alla stagione. Negli ultimi due impegni ho visto i biancorossi realmente evoluti: la manovra è più fluida, le occasioni da rete si sono moltiplicate. Allo stesso modo, la Reggiana ha registrato notevoli progressi: prima subiva per intere gare, ora è invece ha trovato un’identità ed una proposta offensiva più convincente. Tuttavia, vedo un comune denominatore alle due compagini».

Quale?

«Una spiccata tendenza a cali fisici e di tensione agonistica. Il Bari ad Ascoli ha dominato il primo tempo: avrebbe anche potuto sfruttare meglio diverse ripartenze e segnare ancora, ma nella ripresa si è inopinatamente consegnato all’avversario, concedendo metri, campo e rinunciando a ripartire. Non so se mancasse la forza nelle gambe per reagire oppure se sia stato un problema mentale. Idem la Reggiana con il Como: è partita forte, poi è stata messa sotto e ribaltata dai lariani per poi sfoderare una ripresa di grande coraggio che ha condotto al 2-2 finale».

Come vede la prospettiva del Bari?

«Il Bari arriverà ai playoff: non ho dubbi. Bisogna ammettere che la società ha agito con convinzione in questo mercato di riparazione: Puscas è un attaccante di spicco per la B, Kallon è il tipo di esterno che mancava a Marino per disegnare il suo 4-3-3, sta rientrando un “top” come Menez e all’appello manca ancora Diaw. Adesso i Galletti hanno una prima linea ricca di scelte, ma soprattutto di grande qualità».

La difesa, però, non sembra impermeabile: dall’avvento di Marino soltanto due volte la porta di Brenno è rimasta inviolata…

«In parte è una situazione fisiologica: se pratichi un calcio più offensivo, con un baricentro avanzato, può accadere di scoprirsi maggiormente. I numeri comunque promuovono la retroguardia che resta tra le meno battute della B. A mio avviso, però, il reparto dipende un po’ troppo da Di Cesare: è scontato che parliamo di un calciatore che abbia classe, intelligenza e letture superiori alla media della B, ma a quarant’anni è comprensibile la necessità di fermarsi talvolta. Ecco, forse servirebbe un elemento che in prospettiva possa coglierne l’eredità e far coppia con Vicari».

Nella Reggiana si parla molto di Girma che ha calamitato le attenzioni di alcuni club di A: è davvero un talento?

«Andiamoci piano. È un ragazzo che ha numeri, è molto veloce, ha una buona personalità nel tentare la giocata ed ha messo a segno cinque gol che certo non sono pochi per un esordiente nella categoria. Ma va visto nel lungo periodo: la serie A è un’altra cosa. Certo, per la Reggiana averlo o no cambia parecchio: sabato sarà squalificato e per gli emiliani si tratterà di un’assenza molto pesante».

Che match vedremo al San Nicola?

«Ci sono i presupposti per una bella partita. Il Bari assumerà senz’altro l’iniziativa, ma la Reggiana ha imparato a non attendere passivamente. I valori sono senz’altro squilibrati sul fronte biancorosso, ma questa B insegna che la minima disattenzione può costare cara».

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