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«Se hai un altro sei morta», nel Barese prima applicazione braccialetto elettronico per vittima e persecutore

 
Isabella Maselli

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Isabella Maselli

La storia di Giovanna, vittima di stalking: «La poesia mi ha salvata»

Coinvolti gli ex conviventi, per lui divieto di avvicinamento. Gli atti persecutori contestati, minacce, insulti e ripetute molestie, vanno da maggio a inizio dicembre

Giovedì 14 Dicembre 2023, 20:13

15 Dicembre 2023, 08:45

BARI - È la prima applicazione a Bari del nuovo provvedimento cautelare per i reati di codice rosso, il doppio braccialetto elettronico che monitora gli spostamenti dell’aggressore e consente alla vittima (con un apposito dispositivo) di segnalare la eventuale violazione del divieto di avvicinamento, per evitare incontri e quindi scongiurare ulteriori atti di violenza.
Riguarda una coppia della provincia. Lei 40enne madre di due bambini (avuti da una precedente relazione), lui 43enne accusato di stalking, denunciato tre volte in otto mesi. Entrambi, ora, hanno il braccialetto che impedirà loro di incontrarsi. Gli atti persecutori contestati, minacce, insulti e ripetute molestie, vanno da maggio a inizio dicembre. Gli episodi raccontati dalla presunta vittima sono decine. Lei lo ha denunciato la prima volta il 22 maggio scorso e poi di nuovo fino alla ennesima intimidazione, il 3 dicembre. «Se ti trovo con un altro uomo ti faccio passare i guai» è solo una delle minacce che lui le avrebbe rivolto in chat negli ultimi mesi.

La loro storia era cominciata nel 2018 ed era stata «sempre burrascosa» ha spiegato la donna in una delle querele, «per via del suo carattere, fin da subito molto geloso». Per un anno i due avevano anche provato a convivere e nei due anni successivi la 40enne avrebbe «provato varie volte a terminare questa relazione, non riuscendoci».
Quindi il racconto dei singoli episodi di violenza. «Ricordo che nel 2019, durante il compleanno di una mia amica - ha riferito la donna - mi colpì al volto con uno schiaffo per gelosia dovuta al fatto che mi permisi di ballare con un altro ragazzo. In quattro cinque volte, durante il rapporto, ci siamo azzuffati colpendoci a vicenda con schiaffi per futili motivi, dovuti in alcune circostanze alla sua gelosia. Ho deciso di interrompere definitivamente la relazione il 22 maggio a seguito del rinvenimento di uno pneumatico dell’auto di mia sorella bucato. Pur non potendo ricondurre l’episodio al mio ex - spiegava la donna - sono sicura sia stato lui perché il giorno prima al rinvenimento del danneggiamento abbiamo avuto un’accesa discussione sempre per futili motivi che terminava con lui che mi diceva: “Vi lascio tutti a piedi”, facendo presagire il fatto che avrebbe danneggiato le auto».

Dal giorno in cui la 40enne ha comunicato al compagno la decisione di separarsi «quest’ultimo ha iniziato a tempestarmi di chiamare». Lei a quel punto ha bloccato il numero dell’uomo e anche i contatti sui social. Il 43enne non si sarebbe arreso e avrebbe iniziato a scrivere mail, «chiedendo scusa per il suo comportamento». Due giorni dopo, il 23 maggio, poi, lui sarebbe «passato diverse volte a bordo della sua auto» di fronte al locale dove lei lavora «per controllare i miei spostamenti».
Da allora sono trascorsi alcuni mesi, nei quali l’uomo avrebbe continuato a perseguitare la ex. A ottobre, per esempio, si sarebbe presentato sul posto di lavoro della donna «con l’intento di riallacciare i rapporti» e, al diniego della vittima - si legge negli atti - «iniziava a litigare violentemente» tanto da allontanare i clienti. Il 21 novembre un messaggio minatorio dal contenuto esplicito: «Sei morta». Per settimane avrebbe continuato a continuare telefonicamente la ex compagna, fino al messaggio del 3 dicembre con il quale avrebbe minacciato ancora: «Vuoi rispondere al telefono oppure vengo giù a casa tua e faccio un casino».

Il racconto della vittima è stato poi riscontrato dagli inquirenti che hanno raccolto anche la testimonianza di alcuni famigliari. La pm Carla Spagnuolo, quindi, in poche ore dopo l’ultima denuncia ha chiesto e ottenuto l’applicazione di una misura cautelare. Nell’ordinanza il gip Nicola Bonante parla di «atteggiamento prevaricatore e ossessivo dell’indagato», «connotato da aggressività immotivata e pregno di valenza minatoria». Secondo il giudice il 43enne sarebbe «dominato da sentimenti di rabbia e da una condanna sopraffatrice» e tutto questo determinerebbe «un pericolo attuale e concreto che possa commettere gravi delitti della stessa specie in una pericolosa escalation».
Di qui l’applicazione del braccialetto elettronico con divieto di avvicinamento alla donna donna e ai luoghi che frequenta abitualmente, casa e lavoro, mantenendosi a una distanza non inferiore a 500 metri, come prevede la recentissima norma varata il 24 novembre ed entrata in vigore il 9 dicembre.
Ieri il presunto stalker, difeso dall’avvocato Gianluca Loconsole, si è sottoposto a interrogatorio di garanzia, negando le accuse.

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