BARI - «Gioisci! Gioisci!» Venivano a cantare così gli ortodossi dell’Est, nel dicembre barese nicolaiano, l’inno Akathistos della tradizione liturgica che loda il Taumaturgo. Ma oggi le cose sono diverse e gli ucraini che s’incamminano verso il capoluogo pugliese lo fanno con l’angoscia nel cuore per il loro amato, martoriato Paese.
Ieri a Barivecchia un migliaio di pellegrini ucraini è tornato a inginocchiarsi e a pregare in Basilica. Donne per la gran parte, residenti in Italia da tempo, già prima che la guerra cominciasse a mietere vite umane. Tornano a Bari invocando la pace. Molti sono arrivati in pullman, per quel pellegrinaggio che almeno una volta all’anno gli ortodossi tributano al loro Santo, raggiungendo da posti remoti la tomba custodita nella cripta della Basilica barese. Preghiamo, preghiamo tanto - raccontano le donne - per una pace giusta, perché il nostro popolo smetta di soffrire».
Per quanto doloroso sia il significato di questo viaggio, il colpo di colore nella città vecchia di Bari ha qualcosa di soave, con le bandiere blu e gialle che si confondono con i colori festosi dell’imminente festa liturgica. Gli ucraini hanno portato con sé vessilli e fazzoletti, orgogliosamente sventolano il blu e il giallo, confidando nella nota accoglienza barese, nella profonda solidarietà che tutto l’Occidente d’altronde ha reso al popolo ucraino dall’invasione russa del 24 febbraio 2022.
«Vogliamo aiuto. San Nicola ci deve aiutare. Vogliamo pace, il più presto possibile», dice con voce di commozione una delle donne ucraine sul sagrato della Basilica, chiusa nella sua ecopelliccia nera e maculata. Aggiunge di essere qui per pregare «per i soldati e per i bambini». Molte delle pellegrine hanno ancora parenti che vivono tra Kiev e le città sotto assedio. Qualcuna ospita qui in Italia, da circa un paio d’anni, familiari riusciti a fuggire dall’inferno bellico.
A concelebrare la messa, ieri, padre Teodosio Roman, vicario generale dell’Esarcato apostolico. «Siamo qui per cercare il miracolo più prezioso che San Nicola possa fare - ha dichiarato padre Roman - ed è un miracolo del quale ha bisogno l’intera umanità. Il miracolo della pace».