Nel Barese
Donna carbonizzata a Santeramo: il marito condannato a 7 anni di reclusione
La 50enne Michelle Baldassarre fu trovata il 9 febbraio senza vita alla periferia della cittadina murgiana. Il marito risponde di maltrattamenti su moglie e due figlie, per lui l'accusa aveva chiesto 8 anni
SANTERAMO IN COLLE - È stato condannato a 7 anni di reclusione Vito Leonardo Passalacqua, 57enne di Santeramo in Colle, marito di Michelle Baldassarre, la 50enne il cui corpo senza vita, trafitto e carbonizzato, fu trovato il 9 febbraio nelle campagne alla periferia della cittadina murgiana. La Procura di Bari aveva chiesto la condanna a 8 anni.
L’imputato, a processo con rito abbreviato, risponde di maltrattamenti aggravati ai danni della moglie – dalla quale si stava separando - e sulle due figlie. Era stata proprio la donna a denunciarlo, il 21 dicembre 2022, per poi allontanarsi dalla casa coniugale. Lui finì agli arresti domiciliari (è tuttora detenuto), lei per qualche settimana in una struttura di accoglienza per vittime di violenza (dalla quale era uscita pochi giorni prima di morire, suicida). La pm Silvia Curione nella quantificazione della pena è partita da 6 anni di reclusione come reato più grave per una delle due figlie, aggiungendo 2 anni e 6 mesi per i presunti maltrattamenti sulla sorella e sulla madre (12 anni complessivi), arrivando a 8 anni con la diminuente del rito.
Le parti civili, gli avvocati Michele Laforgia e Maria Pia Vigilante, hanno chiesto un risarcimento danni pari a 300mila euro (con provvisionale di 100mila) per ciascuna delle due figlie. Costituita anche l’associazione Giraffa con l’avvocato Andreina Orlando.
Nell’udienza, tuttora in corso, la parola passerà ora alla difesa dell’imputato (che è presente in aula). Dopo la discussione degli avvocati Nicola Lanzolla e Maurizio Tolentino la gup Susanna de Felice si ritirerà in camera di consiglio per la sentenza, attesa nel pomeriggio.
L’uomo è accusato di aver maltrattato moglie e figlie per vent’anni, «sottoponendole – si legge negli atti - ad un regime di sopraffazione fisica e morale e di costante denigrazione», oltre ad essere «aggredite con calci e schiaffi» e insultate.
Resta intanto pendente il procedimento sulla morte di Michelle. Per la Procura il decesso e i maltrattamenti non sono collegati e neppure ha ritenuto di formalizzare a carico dell’ex marito l’accusa di istigazione al suicidio. Questione ancora aperta perché nell’atto di opposizione, che si discuterà il 19 gennaio 2024, la sorella e le figlie della vittima chiedono nuove indagini.