La questione
Saldi invernali, nel Barese resta la data a ridosso dell’Epifania
Confesercenti: inascoltate le nostre istanze che proponevano lo slittamento
BARI - «Alla fine è successo quello che temevamo: la Conferenza Stato-Regioni, accogliendo le richieste della maggioranza delle associazioni di categoria maggiormente rappresentative a livello nazionale, hanno confermato venerdì 5 gennaio 2024 data di inizio unica dei saldi invernali. La nostra richiesta di slittare la data non è stata in alcun modo ascoltata».
Raffaella Altamura, presidente di Confesercenti Bari è molto addolorata e infuriata: «Quando non c'è unanimità tra le stesse associazioni, la politica si insinua e decide seguendo altri interessi: in questo caso quelli della Grande distribuzione organizzata. A questo punto e vista la decisione, che non ha minimamente tenuto conto delle nostre richieste, c'è da chiedere alla politica: cosa si vuole fare dei piccoli negozi di prossimità? Perché così si muore».
La presidente è un fiume in piena, la sconfitta per una battaglia ritenuta giusta e vitale è bruciante. «Noi come Confesercenti abbiamo fatto di tutto, ci siamo battuti ma il risultato è che tutto è stato vano. Purtroppo c'è da registrare che da parte politica non c'è la volontà di comprendere le necessità dei più piccoli».
Grande distribuzione da una parte, negozi di prossimità dall'altra. Necessità differenti con al centro il consumatore, che in quest'ultimo periodo è anch'esso sotto schiaffo, con l'inflazione che ha di fatto eroso la sua capacità di spesa.
«La Gdo ha sistemi di approvvigionamento completamente differenti dai piccoli esercizi commerciali – spiega la Altamura -. Le merci gli arrivano ogni settimana, in pratica quindi passare da uno sconto all'altro garantisce lo smercio con volumi massivi. Per il negozio non è così. La merce invernale arriva a luglio, perché le aziende hanno fretta di smaltire gli ordini prima della pausa di Ferragosto. Con l'obbligo ai pagamenti a 30 o massimo 60 giorni, i commercianti si trovano a dover pagare merce delle collezioni invernali che qui da noi è ancora estate. Come si pensa si possa reggere? A questo punto che si cambi il sistema, perché tra “black friday”, svendite on line e tutta la concorrenza incontrollabile, ci si trova a dover svendere merce pagata a prezzo pieno. Io capisco che le mie necessità sono diverse dal Veneto, ma il freddo vero a Bari è arrivato da un paio di giorni, che significa che i magazzini dei negozianti sono pieni di articoli invernali ancora invenduti».
Confesercenti Bari esprime massima vicinanza a tutti i commercianti colpiti e penalizzati da questa scelta.
«Siamo costretti a seguire una normativa sui saldi stabilita nel 2011, di sottostare alla decisione della Conferenza Stato-Regioni, ma ci rendiamo conto che in questi 12 anni è cambiato il mondo?», si chiede con dolore la presidente. «Abbiamo un clima meteo che ormai è completamente cambiato. L'anno scorso con la primavera fredda abbiamo iniziato a vendere merce estiva che era già giugno. Mentre l’inverno non arriva mai prima di fine novembre. Prima di questa data è anche inutile addobbare le vetrine invernali. Siamo andati a mare fino alla scorsa settimana, chi compra piumini o stivali? Ormai chi può (e lo dico alla luce dell'inflazione che ha colpito le famiglie) compra a prezzi ribassati durante il black friday e non replica gli acquisti a dicembre. Quindi si arriva ai saldi dell'Epifania con l'80-85% dei prodotti invenduti. Poi ci si meraviglia se in via Sparano ci sono solo negozi di grandi catene e sono sparite le boutique. La verità è che si è persa da parte della politica la voglia di ascoltare noi piccoli esercenti».
Che spuntare lo slittamento dei saldi fosse un percorso in forte salita lo si sapeva, ma la sconfitta brucia ugualmente. «In cuor nostro sapevamo che rischiavamo di scontrarci contro un muro, ma non ci siamo fermati. Forse se le associazioni di categoria si fossero mosse unite, avremmo avuto più voce. Ma così non è stato. A Natale non si recupera un bel niente in una situazione del genere. Non è possibile un miracolo. E' stato dato l'ok ad una pratica catastrofica e desueta, gli effetti drammatici purtroppo si vedranno a brevissimo».