BARI - Da una parte il diritto e la voglia di manifestare liberamente a favore della propria causa, dall’altra le esigenze di ordine pubblico, specie in un momento così delicato. E così a Bari è scoppiata la polemica tra il Comitato «Puglia per la Palestina» e la Questura del capoluogo regionale.
Motivo del contendere, le forme e i luoghi deputati a ospitare l’iniziativa pro Palestina. Dopo un tira e molla, con richieste, telefonate e mail rimbalzate fra Questura e Prefettura, il Comitato ha annunciato ieri che la manifestazione è confermata, si farà. E ha dato appuntamento per oggi alle 16.30 in piazza Diaz, davanti al lungomare di Bari per, dicono gli organizzatori, manifestare «contro Israele e chi lo sostiene come il governo italiano, contro il genocidio del popolo Palestinese che sta avvenendo in questi giorni».
È l’epilogo del confronto tra i promotori, rappresentati da Roberto Aprile, e il questore di Bari Giovanni Sinner, accusato di voler tentare di cancellare «il diritto costituzionale a manifestare».
Bobo Aprile lamenta l’ostruzionismo che sarebbe stato opposto alle sue richieste in vista della manifestazione di oggi. Afferma di aver ricevuto, in risposta alle «informative» indirizzate al questore Giovanni Sinner, «due obblighi attraverso delle prescrizioni a soprassedere alle richieste fatte». E di essere stato costretto, sempre a nome del Comitato «Puglia per la Palestina», a ricorrere al prefetto di Bari per contestare quella che a suo dire è «l’illegittimità delle decisioni» della Questura, «chiedendo anche un incontro affinché» la situazione potesse essere sbloccata.
Secondo la ricostruzione della vicenda fatta da Aprile, la prima richiesta, inviata tramite pec alla Questura, risale a domenica 5 novembre, quando il Comitato ha informato dell’intenzione di organizzare per oggi un corteo con partenza alle ore 16.30 da piazza Diaz.
Il giorno dopo Aprile è stato chiamato dalla Questura, che ha sottolineato le difficoltà di tenere un corteo, che avrebbe bloccato il traffico e per giunta in un sabato pomeriggio. La controproposta del Comitato è stata di ridurre la lunghezza del corteo per limitare gli eventuali disagi. «Nessuna risposta fino a giovedì 9 novembre», dice Aprile, quando gli vengono comunicate le prescrizioni per il via libera: la manifestazione deve svolgersi in forma statica in piazza Diaz, sempre per non mandare il traffico barese in tilt in un sabato pomeriggio. «Come se le vite di un popolo come quello palestinese possano essere messe in relazione a tale problema», è la critica mossa da Aprile, che ricorre al prefetto contro le decisioni del questore.
Non solo, Aprile ipotizza un’altra soluzione per ovviare al problema del traffico. Giovedì sera scrive di nuovo al questore di Bari e stavolta chiede il permesso per due sit in: uno da svolgersi in via Melo, di fronte al consolato israeliano dalle 17 alle 20. Il secondo davanti alla sede Rai in via Dalmazia dalle 17 alle 20. «Per la Rai non c’è problema» risponde la Questura stando al racconto di Aprile, ce ne sono invece per la manifestazione davanti al consolato, che viene categoricamente vietata. Il no, spiegano dalla Questura, è motivato dal fatto che, in un momento di tensione come questo, una simile iniziativa potrebbe essere il pretesto, per soggetti estranei al Comitato, per gesti ostili contro Israele «attraverso azioni illegali e/o violente, creando pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica».
Ragioni prettamente di sicurezza, in questo caso, anche perché il Viminale ha fatto alzare l’allerta in tutta Italia su possibili azioni violente contro obiettivi israeliani.
Aprile, però, non si rassegna e scrive di nuovo al prefetto di Bari chiedendo di revocare quelle che giudica «palesi illegittimità di carattere costituzionale». Intanto il Comitato rimarca in vista della manifestazione di oggi pomeriggio: «Saremo in piazza per difendere quello che i nostri nonni hanno difeso con il sangue…Ora e sempre resistenza».