BARI - Non c’è sera, non c’è festa, non c’è quartiere della città senza che una batteria di fuochi d’artificio illumini i cieli e faccia tremare le finestre. In pieno centro come in periferia, solitamente a tarda ora (mezzanotte è l’orario preferito), i botti, rigorosamente non autorizzati, esasperano ormai quotidianamente i residenti. C’era un tempo in cui avevano un significato, dalle scarcerazioni eccellenti alle comunicazioni mafiose da una parte all’altra della città. E forse, in rarissimi casi, quel significato ce l’hanno ancora. Ma evidentemente sparare botti per far festa è diventata un’usanza che di mafioso ha ormai molto poco nelle finalità, molto più nei modi: mancanza totale di rispetto verso le persone e verso le regole.
I residenti sono esasperati e si moltiplicano, soprattutto sui social, le denunce di fuochi d’artificio esplosi tutte le notti in tutti i rioni, in mezzo ai palazzi, spesso bloccando anche interi isolati al traffico e al transito per lasciar posto alla esibizione molesta.
Denunce virtuali ma anche fatte direttamente alle forze dell’ordine, anche se queste spesso sembrano cadere nel vuoto. Non questa volta, però. L’ultimo racconto-denuncia, ma solo in ordine di tempo, è di Luigi Quaranta, cittadino residente nel quartiere Madonnella. «Ore 13.15 di fronte alla chiesa di San Giuseppe, l’incrocio tra corso Sonnino e via Vaccaro viene bloccato (anche un autobus dell’Amtab per qualche minuto) per posizionare e poi far esplodere una interminabile (è durata cinque minuti almeno) batteria di fuochi d’artificio particolarmente rumorosi (perché si sa, di giorno i colori non si vedono bisogna compensare con il rumore). Mentre ancora i botti si succedono, chiamo il 113, la Polizia mi rimanda ai Carabinieri che a loro volta mi rimandano alla Polizia municipale». E qui «una voce femminile (con aria vagamente infastidita) tagliava corto “Queste cose sono di competenza delle forze dell’ordine, deve chiamare i Carabinieri”». E infatti, alla fine, i militari sono intervenuti e, dopo che anche il sindaco Antonio Decaro ha inviato la segnalazione, hanno sequestrato due batterie di fuochi inesplosi. Per quelli già in fumo saranno le indagini ad accertare le responsabilità.
«Gli sposi “festeggiati” in questo barbaro modo hanno un nome e cognome, la piazza davanti alla chiesa e l’incrocio sono coperti da almeno due telecamere, se qualcuno vorrà indagare e cercare i responsabili potrà certamente farlo» chiosa Quaranta. E, a quanto pare, lo sta già facendo.
«I fuochi d’artificio - continua - trasmettono ogni giorno a Bari il messaggio che il territorio è almeno in parte, almeno in certe zone, almeno in certe ore , controllato da “altri”, da criminali e dalla cultura del sopruso e dell’illegalità che essi diffondono. Lo Stato è potente, potentissimo, con un suo mignolo, se usato con fermezza e continuità, questa cavaiola in qualche settimana potrebbe finire. E quindi il problema non è il rimpallo della mia telefonata tra il poliziotto, il carabiniere e l’agente di polizia urbana, il problema è l’esercizio della volontà politica di contrastare questi fenomeni, di rispondere a una domanda di sicurezza, di protezione da parte dei cittadini».