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Allarme dei ristoratori a Bari vecchia: «I dehors vanno spostati entro 45 giorni»

 
G. Flavio Campanella

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G. Flavio Campanella

Allarme dei ristoratori a Bari vecchia: «I dehors vanno spostati entro 45 giorni»

Il Comune ha fatto proprio il diktat della Soprintendenza. Le strutture devono avanzare di 1,2 metri per assicurare la visibilità degli edifici storici

Martedì 19 Settembre 2023, 13:21

BARI - Che a Bari vecchia o all’Umbertino ci siano luoghi di «eccezionale valore storico» non c’è alcun dubbio. Ma che lo spostamento di (soltanto) un metro e venti centimetri dei dehor (e quindi di tavolini, paraventi e ombrelloni) posti all’esterno dei ristoranti (e comunque dei locali che somministrano alimenti e bevande) possa assicurare, come pretende la Soprintendenza, «la più completa percezione delle cortine degli edifici», cioè consenta a un visitatore di ammirare lo splendore di piazza del Ferrarese o di piazza Mercantile, è francamente del tutto opinabile.

REGOLE - Se però ci sono di mezzo i diktat della Soprintendenza, il cui compito è quello di garantire la massima tutela delle piazze, delle vie, dei larghi e dei corsi che hanno valenza storica, non si può far altro che adeguarsi, pena il rigetto della istanza per la concessione dell’occupazione del suolo pubblico. L’alternativa è contestare, azione che si prevede faranno prossimamente molti ristoratori. L’apertura di contenziosi, per opporsi alle disposizioni, è infatti stata paventata dopo l’invio di pec da parte del Municipio 1 a molti degli esercizi commerciali di piazza del Ferrarese, di piazza Mercantile, di largo Adua, insomma di tutte quelle aree che rientrano nell’elenco allegato al decreto con il quale nel novembre scorso Maria Piccarreta, segretario regionale pugliese del Mibact, ha specificato le aree, i siti, i monumenti, gli edifici sottoposti a vincolo per i quali è necessario il benestare per «la posa in opera di elementi o strutture amovibili quali dehor, elementi di arredo urbano, attrezzature, pedane, tavolini, sedute e ombrelloni».

ALLARME - La comunicazione ufficiale è giunta (e giungerà) a chi ha fatto nuova domanda di concessione e a chi ha richiesto il rinnovo senza però conformarsi alle regole, con l’imperativo di porvi rimedio entro 45 giorni («in riferimento all'istanza, si trasmette la nota della Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici, cui è stato chiesto di esprimersi in ragione di quanto disposto dal Ministero della Cultura Segretariato Regionale per la Puglia.

Si significa, altresì, che nelle more il procedimento è sospeso e che la mancata produzione della documentazione integrativa entro il termine massimo di 45 giorni dalla data di ricezione della presente comporta la conclusione del procedimento e l'archiviazione dell'istanza»). La comunicazione ha allarmato la categoria dei ristoratori delle zone interessate (prima o poi tutti dovranno fare i conti con il rinnovo), tanto da indurli a considerare una iniziativa di protesta nei prossimi giorni. «Non capiamo - dicono da Bari vecchia - la ratio di questo provvedimento, che a questo punto intendiamo valutare attentamente coi nostri legali per comprendere quali azioni intraprendere.

Ci chiediamo innanzitutto: se lo spirito è quello di migliorare la visibilità degli edifici di pregio, quale impatto differente rispetto ad ora si può avere con un distanziamento di soli 1,2 metri? Inoltre, per ottemperare alle disposizioni sarebbe necessario disancorare dal muro le strutture, che però non reggerebbero ad esempio in caso di particolari condizioni meteorologiche. Alla prima raffica di maestrale i paraventi potrebbero cedere con conseguenti rischi per l’incolumità degli avventori. La verità? Crediamo sia stato fatto apposta. Il vero obiettivo è metterci in difficoltà per poi farci chiudere in modo da liberare le aree».

SOPRINTENDENZA - Le ragioni della Soprintendenza sono evidenziate puntualmente in ciascuna pratica relativa alle richieste di occupazione di suolo pubblico (molte concessioni, di solito triennali, sono andate in scadenza e altre lo saranno a breve) da parte degli esercenti (anche di corso Vittorio Emanuele e di largo Adua, ma pure della periferia, vedi Torre a Mare).

Per una di queste, protocollata dagli uffici comunali a luglio, riguardante il «posizionamento di elementi di arredo urbano, tavolini con sedie, paraventi amovibili, ombrelloni e stufe, per complessivi mq. 46 (dimensioni m. 9,20 x m. 5) per effettuare all'esterno del locale la somministrazione di alimenti e bevande», la Soprintendenza, vista la documentazione grafica allegata, ha posto delle condizioni, specificando alcune prescrizioni.

Intanto, si legge, «le caratteristiche materiche, tecniche e dimensionali degli elementi di arredo da porre in opera devono essere del tutto conformi a quanto dettato nell'allegato E del "Regolamento delle occupazioni di suolo pubblico" del Comune di Bari, approvato nel 2011. Si specifica che gli ombrelloni da porre in opera dovranno essere del tutto privi di prolungamenti verticali con teli plastificati e non, velette e/o elementi verticali posti a discesa, seppur di minima dimensione, e che i paraventi telescopici potranno essere estesi nella loro massima estensione verticale nei soli casi di estrema necessità, diversamente da rilevabile dalla diretta presa visione dell'attuale stato dei luoghi».

Si chiede poi (appunto) «di rimodulare la rinnovata proposta di occupazione di suolo pubblico, al fine di garantire la massima tutela della piazza e delle vie storiche tutelate e interessate dagli interventi di che trattasi, per assicurare la più completa percezione delle cortine degli edifici che su di esse prospettano, oltre che per uniformare il dimensionamento della rinnovata richiesta di occupazione di suolo pubblico a tutte le ulteriori autorizzazioni rilasciate recentemente da questo Ufficio ed attinenti la medesima area di intervento. Per quanto sopra argomentato, l'occupazione di suolo pubblico prevista dovrà presentare un opportuno distacco dall'edificio preesistente, che dovrà pertanto essere libero da qualunque tipologia di occupazione, oltre che caratterizzato dalla dimensione in larghezza non inferiore a 1,20 m».

PRECISAZIONE«Per quanto attiene le innovazioni semplificative introdotte dalla normativa vigente, si evidenzia che tutti gli accordi già in essere sono da intendersi come validi, in quanto finalizzati a favorire la semplificazione delle procedure autorizzative relative alle occupazioni temporanee di suolo pubblico (dehor, bancarelle, e altre installazioni a carattere provvisorio) e di garantire, in tal modo, l'efficacia e l'efficienza dell'attività di tutela». Questa aggiunta da parte della Soprintendenza nella parte finale del documento allegato dal Municipio 1 ha portato un po’ di scompiglio fra gli interessati, vista la proroga al 31 dicembre, decisa con una delibera dalla Giunta comunale del marzo scorso, della procedura semplificata per le occupazioni di suolo pubblico (parklet compresi).

Come specificano da palazzo di Città, si tratta però di due questioni differenti. Il regime straordinario, deciso per consentire di aumentare gli affari dopo il periodo della emergenza pandemica, che ha permesso di ampliare la superficie dove poter operare all’esterno, terminerà a fine anno. Per quanto concerne l’ordinario, al momento del rinnovo della concessione di occupazione di suolo pubblico (o di una domanda ex novo) bisognerà appunto fare richiesta adeguandosi ai dettami della Soprintendenza. Ricorsi a parte...

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