Il progetto

Bari, la non-violenza si impara da ragazzi

Rita Schena

A breve l’apertura di un Centro polifunzionale di supporto

BARI - La violenza ha ormai le forme dell'emergenza. Il branco o il singolo che si accanisce contro donne, ragazzini, cuccioli, con i casi che si moltiplicano, i video (ci sono sempre terribili immagini a corredo) che finiscono sui social alimentando ulteriore morbosità e ansia sociale. E dopo lo sgomento la domanda è sempre la stessa: che fare?

Da tempo in città è stata stesa una rete che da dieci anni punta a generare culture non violente e attivare percorsi di recupero e prevenzione attraverso i centri antiviolenza. «Una rete che implementeremo a brevissimo aprendo un nuovo centro polifunzionale per il contrasto alle violenze e discriminazione su e tra adolescenti – annuncia l'assessore al Welfare, Francesca Bottalico -, perché ora più che mai occorre, insieme con la scuola, famiglie, istituzioni, forze dell'ordine, media e società civile tutta, tutelare le vittime, che in genere sono donne e ragazzi. Quello a cui puntiamo è rivoluzionare la visuale. Oggi quando si parla di violenza si cerca di spiegare alle donne come difendersi, come tenere comportamenti adeguati per non essere presa di mira... così come con i ragazzi, spesso si interviene dopo che la violenza è stata consumata. Invece bisogna partire dall’ascolto dei più giovani, bisogna lavorare sulla prevenzione scardinando gli stereotipi di genere, così come per le donne si deve assolutamente evitare di cadere in quei percorsi di vittimizzazione secondaria per i quali si colpevolizzano le vittime. La violenza oggi purtroppo si manifesta sotto tanti aspetti, colpisce anche in ambiti che si sentono “al sicuro” e soprattutto ha bisogno di professionisti per combatterla. La violenza può attraversare chiunque indipendentemente dal livello culturale, sociale, economico, professionale. Si scatena in partner che mai si sarebbero pensati violenti, si manifesta in ragazzi che presi singolarmente non farebbero del male ad una mosca, ma che insieme si trasformano in branco».

Un lavoro lungo e complesso quello di contrasto alla violenza, che deve necessariamente partire dai giovani per sperare che nel tempo possano diventare sentinelle contro gli episodi che si moltiplicano. «Non è facile – conferma l'assessore – e basta guardare i numeri che abbiamo registrato attraverso i nostri centri antiviolenza: 133 nuovi casi solo dall’inizio del 2023, 61 accessi nel periodo giugno-agosto, praticamente una impennata questa estate, con un altro drammatico aumento degli interventi in emergenza che sono stati 9 nel periodo estivo con una età prevalente di donne tra i 35 e i 60 anni. Dobbiamo agire subito, questi dati sono assordanti campanelli di allarme di un malessere che si deve interrompere. Ecco perché il nostro lavoro punta a rendere la rete di supporto ed intervento ancora più fitta. Il centro polifunzionale è un servizio dedicato e che sarà anche itinerante nelle scuole con equipe professionali che offrirà ascolto, tutela, sostegno alle vittime di ogni forma di violenza, bullismo, discriminazione di genere ma anche formazione e spazi laboratoriali educativi di alfabetizzazione emotiva, contrasto stereotipi e quanto emergerà dalle proposte dei ragazzi. Li ascolteremo perché siano protagonisti del cambiamento che vogliamo sostenere. Il centro sarà attivato nel centro di Bari, di facile raggiungibilità, con sportelli itineranti e decentrati presso scuole, università e luoghi informali. Collaborerà con il centro antidiscriminazione e il centro antiviolenza comunale e tutte le realtà associative e istituzionali che vorranno aderire al percorso. Un attenzione particolare sarà riservata anche alle ragazze minori di seconda generazione e di differenti culture e religione con specifici mediatori interculturali e religiosi». 

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