Sabato 06 Settembre 2025 | 16:30

Bari, allarme Seu: bimbo di quattro anni ricoverato in rianimazione

 
Rita Schena

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Rita Schena

Morti sospette a Bari all'ospedale pediatrico: trasferito il primario da cui partì l’inchiesta

È arrivato in ospedale da Bitonto, accompagnato dai genitori, lamentando un forte mal di pancia che non si riusciva a far passare

Lunedì 28 Agosto 2023, 13:47

BARI - «La situazione è seria. Il bambino è sedato e in terapia intensiva. Stiamo provando ad alleggerire la sedazione per verificare se reagisce. Per il momento qualche segnale c'è stato, che ci fa ben sperare». Dall'ospedale Pediatrico di Bari tutti confidano che il piccolo ricoverato da circa una settimana per la sindrome emolitico-uremica (la Seu) sia abbastanza forte da superare il momento.

Il bambino di 4 anni è arrivato in ospedale da Bitonto, dove risiede con i genitori, lamentando un forte mal di pancia che non si riusciva a far passare. «Il problema è stato proprio questo: il piccolo non ha manifestato la Seu con la sintomatologia tipica da protocollo, con problemi gastroenterici – spiegano dal Pediatrico -. Non aveva diarrea, niente sangue nelle feci, anzi esattamente il contrario: il bambino aveva mal di pancia e stitichezza. Nessuna complicanza di tipo renale. Lo abbiamo tenuto in osservazione e sono arrivate le complicanze neurologiche che ci hanno permesso di fare la diagnosi».

Comprensibilmente preoccupatissimi i genitori. «In casi del genere cerchiamo di spiegare che purtroppo la medicina non è una scienza esatta. Stiamo facendo l'impossibile, ma la Seu è provocata da una tossina che nessuna terapia può debellare – spiegano i medici che hanno in cura il piccolo -. Deve semplicemente fare il suo corso».

Ancora poco chiara anche quale alimento ha scatenato il problema. La causa della sindrome emolitica-uremica è nella maggior parte dei casi un'infezione intestinale da batterio escherichia coli che determina emolisi, ossia distruzione di globuli rossi e consumo di piastrine, con la formazione di piccolissimi trombi (conglomerati di globuli rossi e piastrine) che danneggiano principalmente i reni. Il batterio si assume generalmente per bocca, attraverso alimenti non ben trattati.

«Ma in questo caso l'anamnesi fatta con la mamma non ci ha permesso di individuare cosa sia successo, anche per fare le analisi del caso ed evitare che altri possano entrare in contatto con il batterio».

Al momento la situazione è stabile. Il bambino è completamente sotto controllo anche se ancora ricoverato in terapia intensiva. «Ci rendiamo conto che in questi casi i genitori siano spaventati e preoccupati – concludono dal Pediatrico -, ma è sempre meglio cercare di mantenere la calma. I parametri del bambino sono stabili, qualche risposta la stiamo avendo, che è un primo ottimo segnale. Stiamo valutando se limitare la sedazione. Purtroppo dobbiamo aspettare il decorso».

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