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Bari, Melchiorre e Zullo (FdI) sul Parco della Rinascita: non è stato definanziato

I senatori spiegano che "il governo Meloni ha proposto lo spostamento date e non il definanziamento come falsamente viene detto"

BARI - «Il Comune di Bari, stando alle previsioni del decreto di concessione dei finanziamenti, è in ritardo di circa 2 mesi rispetto all’aggiudicazione dei lavori. In più, tenuto conto che il cronoprogramma prevedeva circa 2 anni per la realizzazione dei soli lavori, il rischio che questo intervento non sia collaudato entro il 30 giugno 2026 inizia a essere una realtà».

Lo dichiarano i senatori di Fratelli d’Italia Filippo Melchiorre e Ignazio Zullo in merito al rischio che il Parco della Rinascita, a Bari, sia definanziato. Il Parco dovrebbe sorgere sull'area dell’ex fabbrica Fibronit che, tra gli anni Settanta e Novanta, avrebbe provocato decine di decessi a causa dell’inalazione di fibre di amianto. L’opera è finanziata dal Pnrr per 16 milioni di euro ma è tra quelle che potrebbe essere definanziate secondo il nuovo programma del governo.

«Il governo Meloni - dicono Zullo e Melchiorre - davanti a questo quadro ha proposto lo spostamento - e non il definanziamento come falsamente viene detto - della fonte di finanziamento dal Pnrr ad altre fonti nazionali che non hanno il vincolo obbligatorio del 30 giugno 2026». «L'intervento - aggiungono - poteva anche essere realizzato fin dal 2019 con fonti di finanziamento a valere sui Fondi di Sviluppo e Coesione 2014-2020 e POC 2014-2020, vale a dire sui circa 6 miliardi di euro non spesi dalla Regione Puglia». 

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