BARI - «I detenuti sono sereni, il che significa che la dirigente e i suoi collaboratori stanno lavorando bene e con impegno». Però... C’è un però, si, nel racconto che il senatore barese di Fratelli d’Italia Filippo Melchiorre (componente della Commissione parlamentare antimafia) consegna ai giornalisti all’uscita del carcere del capoluogo pugliese. Una visita non certo dettata dall’emergenza (come quella del Guardasigilli a Torino) piuttosto un dovere istituzionale nei confronti della popolazione carceraria nel periodo di maggiore sofferenza (statisticamente il Ferragosto è il momento più difficile tra i detenuti).
Ma torniamo al «però». «C’è un allarme criminalità strisciante, che mi sembra completamente sottovalutato dall’amministrazione comunale - dice Melchiorre - La conferma è l’inquietante appuntamento di mezzanotte quando a Bari, nei quartieri popolari, puntuale comincia l’esplosione di fuochi d’artificio, che ben sappiamo essere il linguaggio criptato usato dagli ambienti criminali per scambiarsi messaggi. Mi domando se solo il sindaco Decaro non senta questi botti».
Quando ai detenuti baresi, il senatore auspica «una maggiore connessione con gli enti locali, con il Comune per ciò che riguarda le azioni di reale inclusione sociale e con la Regione Puglia». Perché la Regione? «Abbiamo riscontrato come l’Osservatorio regionale sulla sanità penitenziaria di fatto si sia solo insediato ma non ha fatto riunioni».