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Bari ricorda lo sbarco della Vlora: «20mila dall'Albania, avevano sete di libertà»

 
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Bari ricorda lo sbarco della Vlora: «20mila dall'Albania, avevano sete di libertà»

Il 32esimo anniversario celebrato nel Teatro Piccinni

Martedì 08 Agosto 2023, 13:14

13:52

«Di quell'8 agosto di 32 anni fa ricordo la paura, la sofferenza, la fame, il sudore. Un conto è vedere quelle immagini in tv, un conto è esserci dentro, toccarli, sentire il loro dolore e i loro sorrisi. La Vlora è ancora oggi il simbolo della migrazione: quella gente aveva sete di libertà». Così Nicola Montano, ispettore della polizia di Stato, ricorda lo sbarco dei circa 20.000 albanesi che nel 1991 giunsero nel porto di Bari a bordo della Vlora, nel 32esimo anniversario dello sbarco ricordato questa mattina nel teatro Piccinni.

A Montano, che gestì con grande umanità le prime operazioni, il Comune di Bari ha consegnato una pergamena commemorativa, così come a Luca Turi, giornalista e fotoreporter; Eva Karafili, una dei passeggeri della Vlora che da allora vive e lavora a Bari occupandosi di animazione sociale e di teatro; e a Duli Caja, l’artista albanese autore dell’arazzo esposto nella sala giunta di palazzo di città. L’opera, realizzata nel 2014 con scampoli di tessuto colorato, è composta da circa ventimila bottoncini cuciti sulla stoffa, che richiamano il numero di persone a bordo della Vlora.

«Il rinascimento barese è iniziato 32 anni fa con l’arrivo della Vlora - ha dichiarato a margine dell’evento l’assessora alle Culture, Ines Pierucci - è stato uno spartiacque storico. Da quel momento, a due anni dalla caduta di Berlino, una serie di dittature sono state spazzate via dall’Europa, nella quale speriamo l’Albania possa rientrare al più presto». «Se avessimo imparato qualcosa da quell'esperienza migratoria così importante - ha concluso - sicuramente avremmo gestito diversamente le migrazioni attuali. Ci fu molta accoglienza da parte dei baresi e tanto spirito di adattamento da parte dei baresi».
Sul palco del Piccinni è andato anche in scena lo spettacolo La nave dolce di Daniela Nicosia, con Massimiliano Di Corato.

CISL PUGLIA, NON VOGLIAMO DIMENTICARE

«Lo sbarco dell’8 agosto 1991 per i pugliesi ha in qualche modo significato fare i conti in concreto con le migrazioni di massa, nonostante fossero cominciati tempo prima gli arrivi, sulla costa adriatica del Salento, organizzati in piccoli gruppi. Ricordiamo che questo esodo ebbe un impatto fortissimo». Così Antonio Castellucci, segretario generale della Cisl Puglia, ricorda in un comunicato lo sbarco a Bari dei 20.000 albanesi a bordo della nave Vlora, nel giorno del suo 32esimo anniversario.

«La città - continua - si trovò, in poche ore, con una ondata di uomini, donne e bambini, segnati dalla stanchezza e dalla fame e rispose nell’immediato con solidarietà e umanità con tutte le Istituzioni locali, le associazioni tra cui anche quelle sindacali, con estrema efficacia e pragmaticità. Del resto decenni prima anche in Puglia si era vissuta l’emigrazione di massa verso il Nord Europa e il Belgio e proprio in questi giorni si ricorda la morte nelle miniere di Marcinelle di decine e decine di lavoratori italiani emigrati. Per Bari, ma in fondo per tutti i pugliesi, quello della Vlora fu un evento eccezionale».

Poi il confronto con la situazione attuale: «Sosteniamo che il problema anche in Puglia è come migliorare un’accoglienza troppo spesso affidata all’impegno straordinario del volontariato ed alle diverse associazioni, senza fornire le adeguate strutture anche logistiche. Serve impegnarsi concretamente non solo per solidarietà, umanità e accoglienza, ma anche per spingere in direzione di una sempre più veloce e concreta integrazione, consci che le persone le quali arrivano, e arriveranno nel nostro Paese, possono anche essere una grande opportunità per il futuro, come per alcuni settori in particolare come l’agricoltura, il terziario o l’assistenza agli anziani; settori questi, che già oggi sarebbero insostenibili senza lavoratori stranieri».

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