MONOPOLI - Due ipotesi di corruzione, abuso d’ufficio e turbativa d’asta sono i reati contestati al sindaco di Monopoli, Angelo Annese e, a vario titolo, ad altre tre persone: il consigliere comunale di opposizione Pietro Brescia, indagato nella sua qualità di presidente dell’associazione «Quadrosfera», l’imprenditore Domenico Zaccaria e l’ingegnere Angelo Francesco Fiume.
L’avviso di garanzia con contestuale decreto di perquisizione e sequestro dei telefoni, è stato notificato dalla Guardia di Finanza e riguarderebbe presunti illeciti nell’affidamento di gare e servizi. L’ipotesi, cioè, è di aver fatto scelte e usato soldi pubblici per favorire imprenditori «amici» o per «liberarsi» di avversari politici «scomodi».
A confermare la notizia dell’inchiesta a suo carico è lo stesso sindaco. «In forza della chiarezza che ha sempre contraddistinto il mio rapporto con i cittadini e per l’onestà e la trasparenza a cui ho sempre ispirato il mio operato - dice Annese - comunico che mi è stata notificata in Comune una informazione di garanzia con acquisizione del mio telefono cellulare, a seguito della denuncia presentata da un cittadino monopolitano».
L’inchiesta riguarda «provvedimenti assunti dall'amministrazione - spiega il sindaco - per autorizzare una manifestazione culturale nell'estate del 2022, approvare gli eventi del “Natale Monopolitano” ed autorizzare l'acquisto dell'immobile di proprietà delle Ancelle del Santuario».
L’indagine, coordinata dalla pm Chiara Giordano, coinvolge anche altre persone, al momento non destinatarie dell’avviso di garanzia. Le accuse riguardano, in particolare, l’evento «Aprite le Finestre» di agosto 2022, relativo alla esposizione di opere dell’artista monopolitano Nino Brescia, nel fossato delle mura di cinta di Monopoli, a cura della Associazione «Quadrosfera» (presidente Pietro Brescia) con un contributo economico da parte dell’amministrazione comunale di 900 euro oltre all’esenzione dal pagamento della tassa di occupazione del suolo pubblico. Brescia, all’epoca candidato sindaco avversario di Annese, ritirò la candidatura a fine agosto (secondo la Procura come contropartita per l’autorizzazione all’evento). Poi però, dopo un lungo periodo di silenzio, ha cambiato idea e a maggio 2023 si è candidato, dicendo che l’evento dell’estate 2022 era stato realizzato interamente a sue spese e ha ricominciato - come aveva fatto fino a un anno prima - ad attaccare sui social l’amministrazione di Annese.
C’è poi la vicenda della pista di pattinaggio allestita in piazza Vittorio Emanuele II tra dicembre 2022 e gennaio 2023, nell’ambito delle manifestazioni del «Natale Monopolitano», affidata, stando all’accusa senza contratto di subappalto con la società che si era aggiudicata la gara per tutte le iniziative natalizie, alla ditta «Intuazione» di Domenico Zaccaria, ex assessore comunale con precedenti penali.
Infine, la vicenda relativa all’acquisizione al patrimonio comunale dell’edificio dell’ex scuola delle Ancelle del Santuario. Una questione che per anni è stata al centro di un contenzioso civile e amministrativo tra il Comune e la Congregazione romana delle Ancelle del Santuario e che si è chiusa a dicembre scorso con una transazione di circa 600mila euro (100mila euro superiore rispetto al reale vale di mercato, secondo i finanzieri) oltre ad un indennizzo forfettario di 50mila euro a titolo di rimborso per le spese di perizia (eseguita dall’ingegner Fiume) e di lite, sostenute dalle suore.
«Sono assolutamente sereno - fa sapere Annese - e del tutto convinto che le indagini verificheranno l’assenza di qualsiasi illecito e la mia estraneità a qualsiasi ipotesi di reato. Intendo, peraltro, tutelare sino in fondo la mia onorabilità e il ruolo istituzionale che svolgo su mandato dei cittadini e pertanto ho nominato un difensore», l’avvocato Michele Laforgia, «allo scopo di esercitare tutti i miei diritti e contribuire all’accertamento della verità».
Dalla analisi dei telefoni, i finanzieri intendono accertare il coinvolgimento di Annese (attraverso i contatti whatsapp con i co-indagati e con le altre persone nei cui confronti sono ancora in corso le indagini) nei presunti accordi corruttivi legati ai provvedimenti amministrativi ritenuti illeciti.