BARI - Il regolamento resta blindato. Nella stessa versione voluta dalla giunta e dal Consiglio comunale. Le associazioni di categoria ci hanno riprovato chiedendo di ridurre il numero dei 4 pernottamenti consecutivi sottoposti all’imposta - «perché a Bari il soggiorno standard ha una durata di massimo 2-3 giorni» – e di rivedere le scadenze su alcune procedure. Come ad esempio l’onere di dover comunicare settimanalmente i dati degli ospiti, rispetto invece al termine del giorno 10 di ogni mese previsto sul portale regionale. Ma nulla da fare.
A Bari si continua a ragionare sull’attuazione dell’imposta di soggiorno, il balzello a carico di turisti e visitatori che dal prossimo autunno decideranno di soggiornare in città. Ieri mattina il nuovo tavolo tecnico convocato dagli assessori Ines Pierucci (Turismo) e Alessandro D’Adamo (Bilancio) per illustrare alle associazioni di categoria e alle sigle sindacali lo schema delle tariffe che nei prossimi giorni sarà varato dalla giunta comunale. Atto propedeutico, dopo i passaggi tecnici e di pubblicazione sul portale del Ministero delle Finanze, all’entrata in vigore dell’imposta che dovrebbe avvenire per gli inizi di ottobre.
Alberghi L’imposta, come previsto dalla legge, sarà graduata in base alla tipologia di struttura ricettiva. Oscillerà da un mimino di 1 euro e 50 al giorno per gli alberghi a una e a due stelle sino a un massimo di 4 euro per gli alberghi a cinque stelle. Nel mezzo i 2 euro per gli alberghi a 3 stelle e i 3 euro per quelli a quattro stelle. Gradualità anche per le residenze turistiche alberghiere: 1,50 euro per i due stelle, 2 euro per i tre stelle e 3 euro per i quattro stelle.
Extralberghiero Restano confermati i 2 euro per i b&b, mentre per i villaggi turistici si va da un minimo di 1,50 euro sino a un massimo di 3 (sempre partendo progressivamente da due a quattro stelle). Resta a 1,50 l’imposta di soggiorno per campeggi e agriturismi, anche a più stelle. Il vero nodo sono le altre formule di soggiorno, non classificabili con il numero di stelle, e per le quali potrebbe esserci un’unica tariffa giornaliera di 2 euro al giorno. Riguarderebbe ad esempio alloggi vacanze, locazioni brevi, locazioni turistiche, case e appartamenti vacanze.
Lo schema iniziale prevedeva la tariffa di 1 euro e 50, ipotesi che avrebbe creato una sorta di concorrenza sleale con i b&b, come sottolineato al tavolo dagli operatori del settore. Bari aveva preso in esame anche la possibilità di applicare per queste tipologie di soggiorno un’aliquota tra il 4 e il 6 per cento da applicare sull’importo del contratto o sul costo della stanza, un po’ come succede a Pisa e Bologna (lo schema della giunta riporta non a caso tutte le tariffe in vigore nelle altre città italiane).
Le reazioni «Stiamo procedendo con il confronto e ora decideremo in giunta gli ultimi passaggi», spiega l’assessora Pierucci ribadendo che la delibera con le tariffe arriverà «entro Ferragosto». «Abbiamo chiesto al Comune di attivare dei corsi di formazione in presenza per spiegare, specie ai non associati dell’extralberghiero, le modalità di compilazione e di gestione dei dati. Il regolamento di Bari sarà per certi versi un po’ complicato e nostro avviso serve la massima chiarezza per consentire di lavorare bene e di non incappare nelle sanzioni», spiega Giovanna Castrovilli dell’Associazione extralberghiero Terra di Bari. Non ha partecipato al tavolo Federalberghi Puglia, ormai in disaccordo totale con l’imposta di soggiorno. Già all’indomani della votazione della scorsa settimana in Consiglio comunale, il presidente pugliese degli albergatori, Francesco Caizzi, ha annunciato un possibile ricorso al Tar per impugnare la delibera e l’intero regolamento.