Lavoro

Baritech, Tfr non versati e scatta il pignoramento: 113 famiglie nel limbo

Rita Schena

Ieri l’ufficiale giudiziario ha bussato alle porte dello stabilimento per notificare il provvedimento

BARI - L'ufficiale giudiziario è arrivato puntualissimo, persino con qualche minuto di anticipo. Ad aspettarlo fuori dai cancelli dello stabilimento Baritech alla zona industriale un folto gruppo di ex dipendenti, nessuno si voleva perdere un appuntamento fortemente voluto dalla Cgil Bari: il pignoramento dei beni vista l'inadempienza dell'azienda nel pagare i dovuti Tfr.

«Mentre altre sigle sindacali hanno preferito fare accordi conciliativi con l'azienda e concedere un po' più di tempo per il versamento delle spettanze, noi abbiamo deciso a nome dei nostri 67 iscritti, nel procedere con i decreti ingiuntivi – spiega fuori dai cancelli attorniato dagli ex dipendenti Saverio Fraccalvieri, segretario Filctem Cgil Bari -. Alcuni di questi decreti sono stati accolti dal giudice ed oggi siamo qui. L'ufficiale giudiziario farà le sue verifiche all'interno dello stabilimento e stenderà un verbale. Per noi era ed è essenziale la difesa dei diritti dei lavoratori. E avere il Tfr è un diritto».

Attorno al segretario gli uomini hanno volti tirati. Ci sono oltre 110 famiglie che ormai da febbraio vanno avanti con l'indennità di disoccupazione, per non parlare di tutto il carico di problemi iniziato già prima con la cassa integrazione. Dei 113 licenziati all'inizio del 2023 solo pochissimi hanno trovato qualche impiego alternativo, in gran parte a tempo, spesso con compensi inferiori a quello che è il pagamento della Naspi. «Io ho avuto un incarico per tre mesi – racconta un operaio -, un contratto di inserimento che prevede la retribuzione più bassa. Sto andando a lavorare per 1200 euro netti mentre, in Naspi avrei quasi cento euro in più. Ma lo si fa, perché non ci possiamo permettere di perdere alcuna possibilità. Quello che in tutti questi mesi non abbiamo capito è dove siano andati a finire i soldi del nostro Tfr. Certo che siamo preoccupati. In tutto questo tempo i vertici aziendali ci hanno tenuti in campana, hanno preso ed avuto tempo, ora basta. Non hanno neanche reso pubblico il bilancio del 2021...».

Mentre gli uomini parlano arrivano i due avvocati che per conto della Cgil Bari stanno difendendo alcuni ex operai, Enzo Augusto e Bartolo Lorusso. Insieme con l'ufficiale giudiziario entrano nello stabilimento da dove usciranno dopo circa un'ora. Il giro serve solo ad accertare (senza molte sorprese) che non ci sono nella fabbrica beni mobili di valore commerciale tale da soddisfare le richieste dei creditori. A questo punto all'azienda verrà chiesto di rispondere entro 15 giorni, se ha beni liquidi per soddisfare i crediti. Tutto sarà messo a verbale, e in assenza di liquidità si potrebbe procedere al pignoramento del bene stabilimento.

«Ancora non abbiamo fatto una somma del valore di tutti i Tfr non versati - spiega l'avvocato Lorusso – ma è una cifra alta. Parliamo di decine di lavoratori che al 2006 avevano maturato parecchie annualità».

«Nello stabilimento non ci sono più i macchinari che sono serviti a produrre il tessuto per realizzare le mascherine durante il periodo del Covid – sottolinea l'avvocato Augusto -, lo sapevamo, naturalmente. Il resto sono computer vecchi o strumentazioni che risalgono a 50 anni fa come nell'officina manutenzione. Noi oggi siamo qui per rendere esecutivi i decreti ingiuntivi, prima si fa sui beni mobili, poi lo faremo anche per gli immobili. Si potrebbe anche procedere con una istanza di fallimento. Per quanto ci riguarda noi non siamo disponibili a retrocedere neanche di un passo se l'azienda non paga il dovuto».

«Una azienda che ha presentato una ulteriore opposizione, che è stata rigettata dal tribunale di Bari», conclude Lorusso.

«Il velo è caduto e le bugie sono sotto gli occhi di tutti – dice un ex lavoratore al limite dell'esasperazione –. Qui non si parla di imprenditori, ma solo speculatori da punire sotto l'aspetto legale. C'è però da chiedersi, oggi le Istituzioni dove sono? Tutti sono venuti a far passerella ed ora? Ora che siamo stati licenziati dove sono, quanti non dormivano la notte per la nostra situazione? Chi ha promesso che avrebbe trovato una soluzione? La realtà è che siamo soli, disoccupati e tutti di età piuttosto avanzata e ci hanno buttati via. E questo ci brucia dentro».

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