Ambiente
Polignano, a Costa Ripagnola nessun abuso edilizio: il gip archivia
Respinta l’opposizione degli ambientalisti sul il resort in un’area costiera protetta
POLIGNANO - Nel progetto di una struttura turistica a Costa Ripagnola non sono stati commessi abusi e violazioni edilizie. Il gip del Tribunale di Bari Giuseppe Battista ha scritto la parola fine alla vicenda penale che per anni ha tenuto in bilico imprenditori e ambientalisti: i primi decisi a portare a termine il progetto; i secondi sul piede di guerra (alcuni contenziosi sono ancora aperti) per impedire la realizzazione del resort in un’area costiera protetta.
Il giudice, respingendo l’opposizione degli ambientalisti, ha ora archiviato definitivamente l’inchiesta, come chiesto dalla Procura e come sollecitato anche dal Comune di Polignano. Nel lungo e motivato provvedimento, il gip Battista ripercorre tutta la vicenda, fin dal primo progetto che risale al 2003, passando per denunce, autorizzazioni, sequestri (da ottobre 2019 a gennaio 2022), iter amministrativi e annullamenti in autotutela fino a giungere al procedimento penale.
In premessa il giudice evidenzia che la «non indifferente mole di questioni, argomentazioni ed elementi conoscitivi» portati dagli ambientalisti all’attenzione dei magistrati «più opportunamente si sarebbero dovuti offrire alla cognizione del giudice amministrativo» (cosa che in effetti hanno anche fatto, tanto è vero che pende un procedimento dinanzi al Tar). «In non pochi passaggi - scrive il giudice - si è avuta la netta percezione che attraverso il presente procedimento si sia sollecitato non già l’accertamento di pregressi fatti penalmente rilevanti, quanto piuttosto l’inibizione di future attività edilizie in località Costa Ripagnola».
E in ogni caso, analizzando tutte le consulenze tecniche disposte negli anni, sia sulla regolarità dell’iter di autorizzazione sia sul progetto, «il giudice considera insussistente, anche in astratto, ogni ipotesi criminosa». «Non v’è dubbio - spiega Battista - che le consulenze effettuate su disposizione del pm abbiano concluso nel senso della conformità a tutte le previsioni di legge e agli strumenti urbanistici e paesaggistici, dei provvedimenti amministrativi inerenti alla riqualificazione e valorizzazione dell’area di Costa Ripagnola». Il gip parla di «erroneo convincimento che le costruzioni presenti nell’area non possano essere utilizzate per attività di tipo ricettivo.
Così non è , essendo tale utilizzo legittimo, purché siano preservate le caratteristiche strutturali degli immobili. D’altra parte, ragionevolmente escluso un possibile uso agricolo dei manufatti, che pare difficilmente compatibile con il mantenimento delle tracce archeologiche dell’età neolitica, non si vede a quale diverso fine potrebbe essere realizzato, su un’area privata, l’auspicato recupero delle costruzioni in pietra esistenti, che per stessa ammissione degli ambientalisti sono ora diroccati» e dei quali, sottolinea il giudice, «non si prevedono modifiche nella sagoma degli edifici».
Il giudice analizza anche le rimostranze relative agli accertati abusivismi che la stessa società ha rilevato e che sono oggetto di ripristino. Abusivismi che, evidenzia il gip, riguardano comunque «pregresse modificazioni dell’area» (alcune strade interne, modifica dei muretti a secco) probabilmente antecedenti agli anni Ottanta, come il «tombamento della lama», e non i lavori del nuovo progetto Serim «e si tratta, com’è chiaro, di fatti di reato abbondantemente prescritti».