BARI - «Adotteremo misure prevenzione e di controllo del territorio per evitare che episodi del genere si verifichino ancora». A parlare è il prefetto Antonella Bellomo, commentando il corteo funebre che sabato scorso, scortato da un centinaio di scooter, ha raggiunto contromano il perimetro del carcere di Bari perché alcuni detenuti potessero dare l’ultimo saluto al feretro di Christian Di Gioia, il motociclista 27enne morto due giorni prima in un incidente stradale su via Caldarola, mentre tentava di sfuggire al controllo di una pattuglia dei carabinieri. Militari che nei giorni successivi sono stati bersaglio di minacce perché ritenuti responsabili del decesso (ricostruzione esclusa dagli investigatori che hanno visionato le immagini delle telecamere di videosorveglianza).
Ieri in Prefettura si è tenuta una riunione del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza, con i rappresentanti di tutte le forze dell’ordine della città e con il sindaco Antonio Decaro. La riunione è stata l’occasione per «approfondimenti e valutazioni in un’ottica di prevenzione. Il fatto che è accaduto - spiega il prefetto - è all’attenzione della autorità giudiziaria. A noi tocca l’aspetto della prevenzione con lo sguardo al futuro, monitorando i fenomeni, sapendo leggere i segnali e analizzandoli per evitare che si ripetano episodi» come quello di sabato.
All’impegno delle forze dell’ordine, il prefetto - come già ha fatto nei giorni scorsi il questore Giovanni Signer in una intervista alla Gazzetta - auspica che si aggiunga la collaborazione dei cittadini. «Questa città si è dimostrata solidale, attenta, fatta di gente che disapprova certi comportamenti, ma la nostra vera preoccupazione - dice Bellomo - è che il cittadino comune invece di comporre il 112 o il 113 prende il telefonino, filma e posta sui social. Questo è un fenomeno con il quale dobbiamo fare i conti. I cittadini - conclude - ci aiutino a fare di questa città un luogo in cui ciascuno dimostri senso civico, aiutandoci a fare meglio il nostro lavoro a tutela della sicurezza di tutti».