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Bari, detenuto torturato in cella: chieste due condanne per il medico e un agente

 
Isabella Maselli

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Isabella Maselli

Morte detenuto cardiopatico assolto medico carcere di Bari

Il carcere di Bari

Il sovrintendente Coppi, agli arresti domiciliari da novembre, risponde di tortura, falso e rifiuto di atti d’ufficio, il dottore di omessa denuncia

Sabato 24 Giugno 2023, 13:24

BARI - Due condanne e una assoluzione per il pestaggio di un detenuto psichiatrico nel carcere di Bari. Sono le richieste fatte dalla Procura nel processo con rito abbreviato che si sta celebrando davanti alla gup Rossana De Cristoforo nei confronti di tre dei 15 imputati per quella che gli inquirenti qualificano come tortura. Per il sovrintendente della polizia penitenziaria Domenico Coppi il procuratore aggiunto Giuseppe Maralfa e la sostituta Carla Spagnuolo hanno chiesto la condanna a 4 anni di reclusione; per l’agente Roberto Macchia l’assoluzione «perché il fatto non costituisce reato» e per il medico dell’infermeria del carcere che era di turno la notte del pestaggio, il 27 aprile 2022, Gianluca Palumbo, l’accusa ha chiesto 2 anni di reclusione (pena sospesa).

Coppi, agli arresti domiciliari per questa vicenda da novembre, risponde di tortura, falso e rifiuto di atti d’ufficio. Con due colleghi avrebbe materialmente picchiato il detenuto, mentre altri 8 agenti (tra cui Macchia) sono accusati di non aver impedito o fermato quelle brutalità. Palumbo risponde di omessa denuncia, rifiuto di atti d’ufficio e falso ideologico in cartella clinica.

Un supplizio, «un trattamento degradante», viene definito negli atti, durato circa quattro minuti, documentati fotogramma dopo fotogramma dalle telecamere di sicurezza che hanno ripreso tutto, dal primo colpo inferto in pieno volto mentre il detenuto, 41 anni, affetto da problemi psichiatrici (costituito parte civile), veniva trascinato in infermeria dopo aver dato fuoco alla sua cella, fino all’ultimo, sferrato mentre era riverso sul pavimento, al piano terra della seconda sezione della Casa circondariale.

Dopo la requisitoria dei pubblici ministeri, la parola è passata alle difese. Il processo è stato rinviato per repliche e sentenza all’udienza del 12 luglio.

In quello stesso giorno è fissata una delle udienza del processo con rito ordinario nei confronti di altri 11 imputati (i poliziotti penitenziari Giacomo Delia e Raffaele Finestrone, anche loro da novembre agli arresti domiciliari per aver preso parte materialmente al pestaggio, i colleghi Antonio Rosati, Giovanni Spinelli, Francesco Ventafridda, Michele De Lido, Vito Sante Orlando, Francesco Valenziano e Leonardo Ginefra) e due infermieri (Massimo Fortunato, Carmina Immacolata Laricchia).

Prima di quella data, però, si tornerà in aula il 28 giugno per sentire i primi sei testimoni dell’accusa, tra i quali la direttrice Valeria Pirè e la comandante della Polizia penitenziaria Francesca De Musso. La Procura chiederà di poter vedere in udienza il video di quattro minuti che ha documentato il pestaggio.

Il detenuto - si vede nelle immagini - viene prima preso a calci e schiaffi. Dopo essere caduto, viene bloccato al pavimento, riverso sul fianco, mentre gli agenti penitenziari fanno pressione sulla testa con le mani e poi con un piede tra capo e collo, continuando a dargli calci e pedate alla schiena e al torace, poi un piede sulla testa, un calcio in faccia. Quindi lo trascinano a forza di braccia nei corridoi e giù per le scale, continuando a colpirlo, anche quando ormai il detenuto non si muoveva più.

Stando all’ipotesi accusatoria la violenta aggressione al detenuto sarebbe stata conseguenza di un incendio provocato nella sua cella in piena notte.

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