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Bari, fermato un 24enne per l'omicidio di via Napoli: alla base una lite tra famiglie degenerata. La confessione: «Non volevo ucciderlo»

 
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Bari, fermato un 24enne per l'omicidio di via Napoli: alla base una lite tra famiglie degenerata

Sembrerebbe questo il movente dell'assassinio di Giovanni Colaianni, ucciso ieri notte. La lite era sfociata anche in un attacco social, poi il tragico gesto

Venerdì 23 Giugno 2023, 09:25

14:02

BARI - Nella tarda serata di ieri, a conclusione delle attività di indagine avviate a seguito dell’omicidio di Giovanni Colaianni, 43enne barese, con precedenti di polizia, attinto mortalmente da due colpi di arma da fuoco nella notte precedente, i militari del Nucleo Operativo della Compagnia Bari Centro insieme a quelli della Stazione CC Bari San Nicola hanno dato esecuzione ad un decreto di fermo di indiziato di delitto nei confronti di Nicola Amoruso, 24enne di Bari, disoccupato, con numerosi precedenti di polizia, ritenuto l'esecutore materiale dell’omicidio.

Secondo la ricostruzione a seguito delle attività investigative, il movente dell'omicidio sarebbe riconducibile ad una lite insorta poche ore prima per futili motivi tra alcuni familiari della vittima e dell'omicida, alimentata in una prima fase sui social con reciproche accuse e sfociata infine in un confronto personale, nel corso del quale l'omicida ha esploso i colpi mortali.

LA CONFESSIONE: NON VOLEVO UCCIDERLO

Ha raggiunto la caserma dei carabinieri e ha confessato di avere sparato con una pistola calibro 38, affermando però di non avere avuto intenzione di uccidere Giovanni Colaianni, il 43enne assassinato nella notte tra mercoledì e giovedì scorsi in via Napoli a Bari. Nicola Amoruso, il 24enne sottoposto a fermo per l’omicidio, ha raccontato agli investigatori di avere puntato la pistola alle gambe della vittima sparando solo a causa di un «movimento repentino» di Colaianni che è stato così raggiunto da un proiettile al ginocchio sinistro e dall’altro all’addome.

La confessione del giovane non ha convinto però del tutto il sostituto procuratore inquirente, Desiré Digeronimo, che ha emesso quindi un decreto di fermo contestandogli l’omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione e dei futili motivi oltre al porto e detenzione di un’arma comune da sparo.

Secondo quanto ricostruito finora, il figlio della vittima avrebbe discusso con il presunto omicida del padre nelle ore precedenti al delitto quando, il 24enne assieme ad altre tre persone, lo avrebbero minacciato di morte se non avesse saldato un debito di mille euro per una partita di hashish. Minacce che sarebbero arrivate via social - attraverso Tik Tok e Messanger - anche alla sua mamma. A inviargliele sarebbe stata la madre del 24enne che invece lo accusava di aver rubato mille euro a suo figlio ancora minorenne. Intimidazioni che avrebbero intasato le chat del figlio del 43enne - tra mezzanotte e mezza e l’una - con frasi minacciose presumibilmente scritte dal 24enne, da sua madre e da un suo amico. Dagli accertamenti fatti e dall’ascolto di alcuni testimoni, gli inquirenti sono arrivati ad Amoruso che, dopo essersi reso irreperibile per alcune ore, si è consegnato confessando.

Il provvedimento restrittivo è stato emesso perché, secondo la pm, «sussiste un concreto pericolo di fuga». Nel provvedimento si sottolinea anche che mentre il 24enne era armato, nessuna pistola è stata trovata indosso o nell’abitazione della vittima.

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