BARI - I debiti dell’assessore regionale Gianni Stea nei confronti dell’erario risultavano già saldati il 10 febbraio 2021, cioè quando il Tribunale di Bari ha omologato l’accordo di composizione della crisi che Stea, imprenditore agricolo, aveva proposto nel 2015. E dunque sarebbe stato indotto in errore quando, a dicembre 2021, Stea ha pagato (a questo punto per la seconda volta) circa 8mila euro di tasse automobilistiche arretrate.
I bolli non pagati sono una vera passione dell’assessore al Personale. E sono quelli che a ottobre 2022 hanno portato il Tribunale di Bari a dichiarare la decadenza di Stea da consigliere regionale, per violazione della legge in base a cui un debito nei confronti dell’ente è causa di incompatibilità degli eletti. Stea ha presentato reclamo (che sospende l’esecutività dell’ordinanza), e il procedimento si è aperto il 18 aprile davanti alla Corte d’appello di Bari (relatore Labianca): lunedì il difensore dell’assessore regionale, Felice Lorusso, ha depositato la nota con cui la stessa Regione riconosce che il presunto debito era stato già cancellato per effetto della esdebitazione. E che dunque Stea ha diritto (tra l’altro) al rimborso di quanto versato erroneamente, al netto di ulteriori bolli scaduti nel frattempo.
La vicenda ha fatto molto rumore nel mondo politico, perché a proporre ricorso contro Stea era stata la seconda degli eletti nella lista dei Popolari, Marianna Legista, moglie dell’ex avvocato di Stea e fedelissima del suo ex alleato di ferro, l’ex direttore generale dell’Arpal, Massimo Cassano (la sorella di Legista, per coincidenza, lavora in Arpal). Il 18 gennaio 2022 il Consiglio regionale aveva respinto la richiesta avanzata da Legista di dichiarare la decadenza di Stea per via dei debiti non pagati, e così la ex vicesindaca di Bitonto si è rivolta al Tribunale. I giudici (prima sezione, presidente Umberto De Simone, relatore Nocera) hanno invece stabilito che il Consiglio regionale aveva male interpretato le norme in materia di incompatibilità, e anche che avrebbe in qualche modo agevolato Stea facendo durare tre mesi il procedimento e consentendo così al collega assessore di saldare il dovuto.
La nota depositata ieri e sottoscritta dalla dirigente del settore Finanze, Elisabetta Viesti, riscrive però la storia. Perché, rispondendo all’altro legale di Stea, Vito Antonio Martielli, la Regione ha disposto il rimborso dei bolli erroneamente versati due volti. «In data 15 dicembre 2021 - è scritto nella nota - Stea procedeva al pagamento integrale delle cartelle malgrado le medesime, causa inclusione nel piano del consumatore omologato, dovessero essere considerate integralmente soddisfatte. Conseguentemente è stato verificato che sono state pagate somme in misura eccedente.
Resta dunque da capire come mai, nell’istruttoria compiuta lo scorso anno, il Consiglio regionale abbia attestato che il saldo dei bolli arretrati sia avvenuto solo con il doppio pagamento dell’11 gennaio 2022. Agli atti c’è una nota dell’Agenzia delle Entrate che attestava - al 7 dicembre 2022 - «che il signor Stea, alla data odierna, non risulta essere titolare di iscrizioni a ruolo scadute» per Irap e Irpef. I bolli sono competenza della Regione: l’ufficio che se ne occupa è a 100 passi dall’ingresso del Consiglio.