BARI - L'altra faccia del lavoro è quella che si nutre di violenza e morte. E al momento le emergenze sono due: gli incidenti sul lavoro e la violenza contro medici e personale sanitario che a Bari conta un triste primato: l'aggressione mortale alla psichiatra Paola Labriola, assassinata dieci anni fa. «La violenza contro i medici ormai è un’emergenza nazionale, contro la quale sono necessari provvedimenti seri», ha sottolineato più volte il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, e con voce ancora più forte anche l'indomani della morte della psichiatra Barbara Capovani, avvenuta in seguito all’aggressione subita davanti all’ospedale Santa Chiara di Pisa. «Ormai il 55% dei colleghi riferisce di aver subito violenza e il 48% pensa sia normale. Serve più personale e la presenza di mediatori culturali nei pronto soccorso, perché a volte il dolore obnubila la mente».
LA FIACCOLATA - E per ricordare due donne e professioniste uccise da pazienti psichiatrici a dieci anni di distanza e senza che nel frattempo nulla sia cambiato Il 3 maggio l’Ordine dei medici di Bari ha deciso di organizzare una fiaccolata. La fiaccolata partirà alle 19 da piazza San Ferdinando e si dirigerà verso piazza della Libertà, dove verrà osservato un minuto di silenzio di fronte al Comune e alla Prefettura. Il corteo si concluderà in Cattedrale, dove è previsto un momento di preghiera. All’evento hanno aderito associazioni di cittadini e pazienti, sindacati dei medici, la Scuola di medicina dell’Università di Bari, strutture sanitarie pubbliche e private.
«Avremmo voluto ricordare diversamente l’anniversario dei dieci anni dalla morte di Paola Labriola (assassinata con 57 coltellate da un suo paziente il 4 settembre 2013, ndr). Invece, ci troviamo di fronte a una tragedia-fotocopia e ancora una volta siamo costretti a pretendere quanto dovrebbe essere scontato: la sicurezza sul posto di lavoro per i medici e gli altri operatori sanitari», commenta Filippo Anelli. «Siamo costretti a ribadire - aggiunge - che non possono essere i medici a pagare le conseguenze di un sistema inefficiente, che non è più capace di rispondere ai bisogni di salute dei cittadini».
Secondo i dati dell’Ordine dei medici di Bari, la Puglia nel 2022 è stata la regione italiana con più casi di violenza contro medici e operatori sanitari. Secondo i dati Inail nel triennio 2019-2021 a livello nazionale gli episodi di aggressione sono stati 4.821, per una media di circa 1.600 l’anno. E in 7 casi su 10 la vittima è una donna.
«Dalla morte di Paola è nato un movimento che ha portato a una serie di risultati. Ma esistono problemi che non sono stati risolti – sottolinea Anelli -. La violenza è sempre una sconfitta, non solo per chi la subisce ma per l’intera società. Abbiamo sì una legge che oggi, grazie agli ultimi interventi di questo Governo, porta alla procedibilità d’ufficio anche se la violenza è lieve. Ma persistono problemi di carattere culturale e organizzativo. Non abbiamo il tempo per parlare con i malati. La legge del 2017 che indica la comunicazione come tempo di cura non è realizzabile, per la carenza di personale, per il numero esiguo delle figure professionali. C'è la necessità di fare una riforma».