L'opinione

Licei «contro» istituti tecnici, il punto di vista barese: «Non una questione politica, scelte di vita»

Redazione Primo Piano

«C’è sempre stato un certo pregiudizio verso gli istituti professionali, più che verso i tecnici, non tanto per l’offerta formativa quanto soprattutto per la loro utenza»

BARI - Irma D’Ambrosio è stata dirigente scolastico del liceo artistico De Nittis dal 2009 sino allo scorso anno. Ha avuto una lunga esperienza in numerosi licei della provincia di Bari.

Secondo lei è vero che – come dice il ministro del turismo Daniela Santanché - i tecnici sono stati «distrutti» dai governi di sinistra?

«Onestamente non ne farei una questione politica. C’è sempre stato un certo pregiudizio verso gli istituti professionali, più che verso i tecnici, non tanto per l’offerta formativa quanto soprattutto per la loro utenza. Le famiglie hanno spesso ritenuto di poter garantire ai propri figli un ambiente scolastico più sicuro nei licei. Negli ultimi anni però le cose sono notevolmente cambiate. Soprattutto per quel che riguarda gli istituti tecnici che rispondono in maniera più efficace alle competenze, soprattutto tecnologiche, della nuova generazione».

Quindi nessun condizionamento politico…

«Gli investimenti indirizzati alla scuola sono gli stessi per tutti. Ogni scuola, che sia un liceo o un istituto professionale o tecnico, gestisce questi fondi in maniera autonoma studiando un’offerta formativa che sia adeguata alla propria vocazione. La maggior parte delle scuole superiori, negli ultimi anni ha proposto agli studenti progetti indirizzati a rafforzare competenze tecnologiche e linguistiche. Lo hanno fatto anche i licei. Mi viene in mente a Bari il “Marconi” che ha creato un liceo scientifico con indirizzo tecnologico, sacrificando lo studio del latino. Un indirizzo che sta riscuotendo un ottimo successo. Ma penso anche al “Panetti” e a tanti altri tecnici che stanno lavorando bene».

E i licei?

«I licei hanno le loro peculiarità. È chiaro che chi decide di iscriversi allo scientifico, al classico o al linguistico non avrà la fortuna di trovare lavoro subito dopo il diploma È altrettanto vero, però, che sarà più pronto ad affrontare gli studi universitari. Parliamo di scelte di vita differenti che dipendono dalla voglia che uno studente ha, di proseguire gli studi o di entrare, subito dopo il diploma, nel mondo del lavoro».

Ascoltando le parole del Ministro teme che la tradizione dei licei possa essere messa in discussione?

«Assolutamente no. I licei continueranno a formare i futuri universitari. Gli istituti professionali e i tecnici, gli studenti al mondo del lavoro. Lo stiamo già facendo da anni, ottimizzando i mezzi che abbiamo. E credetemi, nel mondo della scuola tutti lavorano verso un’unica direzione: dare gli strumenti migliori ai nostri ragazzi. Tecnici o liceali che siano».

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