Sanità
Bari, il Policlinico e la cataratta: «A pagamento solo il 6%»
Il pasticcio degli interventi oculistici che risultano tutti «intra-moenia». E l’azienda sanitaria non pubblica i dati obbligatori
L’ultimo rapporto Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari) sull’attività a pagamento svolta negli ospedali pubblici ha messo nel mirino, tra i casi problematici, quello che riguarda gli interventi chirurgici di cataratta al Policlinico di Bari. Tra il 2019 e il 2021 quelli effettuati in intra-moenia (dunque a pagamento) avrebbero superato di tre volte l’attività istituzionale: un dato abnorme, perché la legge - tra l’altro - impone che l’intra-moenia non possa superare l’istituzionale.
Il Policlinico di Bari dice che non è così, l’Agenas conferma i suoi dati. Hanno tutti ragione e tutti torto, perché i dati necessitano di interpretazione. In Puglia gli interventi possono avvenire sia in day hospital (che tecnicamente un ricovero), sia in day service (che è una prestazione ambulatoriale). Nel primo caso, che di norma avviene quando ci sono fattori di rischio, al paziente viene assegnato il posto letto, nel secondo no: per questo il primo viene contato tra i ricoveri (quindi finisce nel flusso delle schede di dimissione ospedaliere) e il secondo tra le prestazioni ambulatoriali (nel flusso dell’assistenza specialistica, con codice «regionale»).
Nel triennio 2019-2021 al Policlinico sono stati fatti 644 interventi in day-hospital, tutti in intra-moenia. Quelli in regime ambulatoriale sono stati invece 10.716. Dunque, dice il policlinico, le cataratte «a pagamento» sono state soltanto il 6% del totale.
L’anomalia è che i day hospital del Policlinico di Bari risultino tutti a pagamento: probabilmente è solo una questione amministrativa. Nel 2019 nell’intera Puglia le cataratte in regime ambulatoriale (a prescindere dalla modalità di pagamento) sono state circa 44mila, quelle in Dh circa 1.500: il rapporto è del 3%, metà di quello del Policlinico di Bari. Sul punto si potranno fare approfondimenti.
L’intra-moenia resta comunque un mondo misterioso, soprattutto per via dei grandi interessi economici che sottende. È vero che in Puglia fanno attività privata soltanto il 37% dei dirigenti medici (media italiana del 41%), ma tra gli universitari si sale al 60%. Ed è vero che si sceglie la strada a pagamento (nel pubblico) non tanto per gli interventi chirurgici (che sono costosissimi) quanto per alcune prestazioni specialistiche e ambulatoriali: a gennaio, per esempio, sulle risonanze magnetiche alla colonna vertebrale le prenotazioni in intra-moenia hanno superato quelle istituzionali, perché in questo modo l’attesa scende a 7 giorni da 118 giorni medi. Per le visite cardiologiche (le più richieste in assoluto), solo il 12% sceglie l’intra-moenia e aspetta comunque un mese contro i 97 giorni medi per l’istituzionale.
Il Policlinico, che ha trasmesso i dati sulla cataratta dopo l’articolo di martedì della «Gazzetta», è comunque inadempiente rispetto agli obblighi di legge previsti per la trasparenza. L’azienda sanitaria non pubblica i dati sull’intra-moenia, né tantomeno quelli relativi alle retribuzioni dei medici (in cui è compresa la quota di intra-moenia): quelli forniti sul sito istituzionale sono fermi al 2019. La «Gazzetta» li ha chiesti, e li attende.