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Da Barcellona a Bari l'odissea per un passaporto: in lista d'attesa da mesi

 
Luca Natile

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Luca Natile

Da Barcellona a Bari l'odissea per un passaporto: in lista d'attesa da mesi

«In Spagna si sono dimenticati di me, ora chiedo aiuto alla mia città»

Giovedì 09 Marzo 2023, 12:25

Barcellona chiama Bari, quando le procedure per il rinnovo di un passaporto si trasformano in una «odisea» (traduzione in spagnolo). Per lavoro, per scelta, per gusto: gli italiani (ed i baresi) all'estero sono davvero tantissimi, spesso alla ricerca di condizioni migliori rispetto a quelle italiane. Ma per chi fra questi ha la necessità di postarsi spesso da una nazione all’altra, il passaporto è un documento essenziale. I cittadini italiani possono presentare richiesta di rilascio (o rinnovo) del passaporto presso un qualsiasi ufficio emittente (ambasciata, consolato, questura, comune, commissariato) sia in Italia sia all'estero. Sull’Italia si è però abbattuta una tempesta perfetta per colpa della combinazione di Brexit e Covid che sta investendo anche i consolati italiani, come testimonia una emigrata barese che da 15 anni vive in Spagna.

«Sono originaria di Bari ma risiedo in un piccola cittadina della Catalogna. Scrivo alla “Gazzetta” - spiega nella sua email - per descrivere i problemi che sto affrontando con il consolato italiano a Barcellona. Sono hostess di volo - prosegue - e per ovvie ragioni ho bisogno di quel documento valido almeno 6 mesi prima della sua scadenza. Ho iniziato la mia pratica lo scorso settembre in Spagna e anocra oggi non ho ancora ricevuto la data dell'appuntamento per il rinnovo. Costretta dall’urgenza di trovare in tempi rapidissimi una soluzione sono stata costretta a chiedere un appuntamento alla Questura di Bari. Ho affrontato un aggravio di spesa - si lamenta - per il viaggio che mi ha riportato nella mia città e ho dovuto rinunciare ad alcune giornate di lavoro con una considerevole perdita economica. Alla Questura di Bari hanno subito accolto con urgenza la mia richiesta. Ora però è sorto un nuovo intoppo che la dice lunga sulla considerazione e sul trattamento riservato dagli italiani che vivono in un’altra nazione. Essendo io iscritta all’Anagrafe Italiana Residenti all'Estero - spiega la hostess - la Questura di Bari, come prevede il regolamento ha chiesto il nulla osta al consolato di Barcellona dove però il responsabile delle autorizzazioni è fuori servizio per una malattia che si teme possa essere lunga. Non c’è un incaricato in grado di sostituirlo. La pratica è stata congelata. A Bari ho trovato comprensione e una burocrazia efficiente. Non sono la sola, chi si trova in una condizione di necessità reale viene aiutati. Eppure sono costretta ancora ad aspettare. Senza passaporto non posso lavorare e non vengo retribuita. Noi italiani all’esterno non abbiamo neanche la figura del difensore civico, per questo c'è una proposta di legge da dicembre, ma sembra che sia tutto fermo».

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